-
-
COME NASCE FILMDOC
Abbiamo documentato tutte le fasi di lavorazione: dall'impaginazione al ritocco di immagini, dalle correzioni delle bozze alla pubblicazione on line, dalla stampa al confezionamento.
Guarda il video
-
SCEGLI IL TUO ARGOMENTO DOC
- FILM IN LINGUA ORIGINALE
-
SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
[ Leggi tutto ]
Sezione: Registi
Mike Leigh
Il merito di aver imposto all’attenzione della critica e del pubblico italiano il nome di Mike Leigh, in tempi ancora lontani dagli allori di Cannes e molti anni prima del recente trionfo veneziano, spetta innanzitutto al Sindacato Nazionale Critici Cinematografici che nel 1988 presentò con ottimo successo alla Settimana della critica di Venezia Belle speranze, il film con cui il regista inglese tornava al cinema dopo diciassette anni di ritiro televisivo;
(altro…)
Carlo Lizzani
Tutti coloro che hanno lavorato con lui, parlano di Carlo Lizzani come di una persona serena e gentile, sempre capace di mettere a suo agio il proprio interlocutore. La maggior parte di coloro che nel corso di sessant’anni hanno seguito non solo il suo tragitto di sceneggiatore e di regista sempre sospeso tra fiction e documentario, tra cinema e televisione, ma anche la sua intensa attività di saggista e di organizzatore culturale…
(altro…)
Kenneth Loach
Al termine di quello che resta forse il suo film più noto, anche se non il migliore (Terra e libertà), Ken Loach cita quattro versi di William Morris che possono essere letti come paradigma della sua visione del mondo, quello cinematografico compreso: «Unisciti nella battaglia / l’unica che l’uomo non può perdere / perché chiunque cada e muoia / sarà l’esempio per quelli che trionferanno».
(altro…)
Ermanno Olmi
Il più schivo dei registi italiani è anche quello che gode, ormai da quasi cinquant’anni, della maggiore riconoscibilità nazionale e internazionale. Muovendo dalla “periferia” cinematografica milanese per arrivare al suo ritiro di Asiago e alla bottega artigianale di Ipotesi Cinema, Ermanno Olmi ha avuto una carriera dall’andamento carsico, per usare una metafora che affonda le radici in un territorio geografico a lui particolarmente caro.
(altro…)
Sydney Pollack
Gli italiani appassionati di cinema che – se non altro per motivi anagrafici – hanno potuto vedere i suoi primi film sul grande schermo, hanno subito legato il nome di Sydney Pollack a quello degli altri protagonisti del movimento anti-hollywoodiano affermatosi negli Stati Uniti nel corso degli anni Sessanta e Settanta. E ciò nel bene come nel male. Tanto che, con quei suoi primi film, Pollack non solo suscitò allora entusiasmi sovente esagerati…
(altro…)
Gabriele Salvatores
Quando faceva teatro era sovente accusato di guardare troppo al cinema per ricrearne la libertà espressiva; poi, quando è passato dietro alla cinepresa, sono stati in molti a rimproverlo di fare film troppo teatrali, interamente appoggiati sull’interpretazione degli attori. Tutta la carriera di Gabriele Salvatores si è di fatto svolta all’interno della tenaglia di queste critiche convergenti e, nonostante il riconoscimento internazionale…
(altro…)
Quentin Jerome Tarantino
Se si accede a un qualsiasi motore di ricerca su internet e si digita Quentin Tarantino, si scopre che su di lui e la sua opera si è già pubblicato nel mondo almeno una cinquantina di monografie, di cui una decina solo in Italia. Il tutto in meno di quindici anni e per un regista di solo otto film e mezzo: segno evidente del suo successo sia presso la critica, sia nel mondo dei nuovi cinéphiles, che nelle sue pellicole, come del resto…
(altro…)
Paolo Virzì
Tanto vale scriverlo subito senza attendere le tardive scoperte o le pelose riabilitazioni dei grandi autori della commedia all’italiana, di cui è il più legittimo erede: Paolo Virzì è oggi il migliore regista italiano in attività. Certo, qualcuno storcerà il naso o griderà alla lesa maestà di registi più anziani o di più pensosa caratura. In questo giudizio, però, non c’è nulla di provocatorio, Solo una constatazione di fatto, pur suffragata da soli…
(altro…)