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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Registi
Woody Allen
Nel prestigioso 50 ans de cinéma américain gli autorevoli Bertrand Tavernier e Jean-Pierre Coursodon dedicano a Woody Allen ventiquattro colonne formato enciclopedia (contro le otto riservate a John Ford e le sette a Hitchcock, ad esempio) nelle quali non esitano a paragonare il suo tragitto artistico a quello di Moliére e a definirlo uno degli autori più originali del nuovo cinema americano.
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Pupi Avati (Giuseppe Avati)
Tutto il cinema di Pupi Avati è caratterizzato da un tono esplicitamente autoriale, che lo rende a suo modo inconfondibile. Si tratta di un tono molto personale, ma che rinvia al culto post-classico dell’”aurea mediocritas”. Quindi, un tono sempre molto lontano sia dal comico o dal grottesco che hanno fatto grande la commedia cinematografica italiana, sia dall’intellettualismo “alto” da sempre ricercato dal cinema d’autore nazionale.
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Marco Bellocchio
Tra impegno politico e individualismo interiore: tutto il cinema di Marco Bellocchio è declinato lungo il filo di un’impossibile coincidenza degli opposti. E non solo perché nella sua filmografia alla rabbia autobiografica (I pugni in tasca o Nel nome del padre o Gli occhi e la bocca) può far seguito il sarcasmo ideologico (La Cina è vicina o Sbatti il mostro in prima pagina), oppure perché il realismo documentaristico di Matti da slegare…
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Francis Ford Coppola
L’annuncio che Francis Coppola sta lavorando per realizzare un nuovo film dopo oltre quattro anni di silenzio non può che riempire di gioia gli appassionati di cinema, che temevano di avere definitivamente perduto il suo straordinario talento: quello che più di ogni altro ha concorso a giustificare i miei ultimi trent’anni trascorsi davanti al grande schermo.
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Wes Craven
Il suo ultimo film, Red Eye, è passato come una meteora nei multiplex spegnendosi nell’arco di due o tre giorni, a conferma della discontinuità che da sempre caratterizza il rapporto di Wes Craven con il pubblico.
Una filmografia, quella del regista di Cleveland, caratterizzata infatti da vertiginosi alti e bassi: dal trionfo di Nightmare all’abisso di Il serpente e l’arcobaleno, dai miti giovanilistici
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Clint Eastwood
Con il trascorrere degli anni, è diventato il più classico dei registi hollywoodiani. Autore di film dalla struttura narrativa sempre più compatta e contrassegnata da un linguaggio cinematografico teso a definirsi soprattutto sul terreno della necessità: inquadrature dall’angolazione e dalla durata scelte in rigorosa funzione della produzione del senso; sequenze dal ritmo interno teso innanzitutto a dare autonomo respiro…
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Aki Kaurismaki
Aki Kaurismaki è un regista eccentrico. E ciò non solo per la collocazione geografica e culturale del Paese natale (la Finlandia), nel quale continua a svolgere la sua carriera cinematografica, nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali e un paio di film girati nei primi anni Novanta a Londra (Ho affittato un killer) o a Parigi (Vita da bohème). L’eccentricità di questo regista che ama scrivere, ma anche produrre e distribuire…
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Emir Kusturica
Autore di un cinema barocco come quello di Orson Welles e immaginifico come quello di Federico Fellini, Emir Kusturica dice di aver sempre sognato di riuscire a mettere in scena un’opera semplice e rigoroso come sono i film di Jean Vigo; ma la sobrietà e la semplicità restano virtù fondamentalmente estranee al suo gusto per l’eccesso, che affonda le radici non solo nella sua mentalità personale, ma anche nella sua cultura, sempre sospesa…
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