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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni di Aldo Viganò
Il caimano
L’ultimo film di Nanni Moretti inizia come una farsa ideologica (la scuola di maoismo officiata da Paolo Virzì nel film Cataratte prodotto da Silvio Orlando) e finisce come una tragedia fanta-politica (la condanna del Caimano-Berlusconi lascia dietro di sé una città incendiata dai suoi sostenitori).
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Prova a incastrarmi
E’ curioso constatare che il film più vivo, giovanile e divertente di questo uggioso inizio di primavera sia firmato da uno dei registi più anziani (classe 1924) della nuova Hollywood uscita dalla rivoluzione televisiva degli anni Cinquanta: un regista noto soprattutto per la diligenza professionale, oltreché per il suo impegno spettacolare sovente venato di moralismo.
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Domino
La vera Domino era la figlia di Laurence Harvey, attore inglese noto agli appassionati di cinema per una intensa carriera iniziata negli anni Cinquanta (era il protagonista del Romeo e Giulietta di Castellani) e proseguita sino alla morte, avvenuta nel 1973, con buon successo internazionale. Quando il padre morì, Domino aveva solo quattro anni.
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Le seduttrici – As You Like it
In attesa dei film della Mostra di Venezia, la stagione si è aperta con due pellicole – Le seduttrici e As You Like it – liberamente tratte dalle opere teatrali di due celebri autori anglosassoni – rispettivamente Il ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde e Come vi piace di William Shakespeare – che pur molto diverse tra di loro consegnano al grande schermo una stessa idea del cinema.
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Munich
Dopo il silenzio di Francis Ford Coppola e di Michael Cimino, è ora di ribadire ad alta voce che Steven Spielberg è oggi il più grande regista hollywoodiano. Non solo il cineasta più potente, ma proprio il regista-autore nel senso più compiuto e più nobile del termine, capace di costruire sul grande schermo un universo originale e coerente attraverso un impressionante susseguirsi di opere insieme personali e universali.
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A History of Violence
Con questa “storia di violenza”, il trasgressivo e sovente sperimentale David Cronenberg si confronta con i temi e le modalità espressive della classicità. E ne esce vincente: consegnando al grande schermo un film forte, per molti versi sorprendente, sicuramente molto personale.
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Romanzo criminale
La parabola di tre amici dalla periferia di una grande città ai vertici della criminalità organizzata (come in C’era una volta in America); la cronaca delle imprese della banda della Magliana nell’Italia degli anni Settanta e Ottanta (con il piglio pedagogico-spettacolare dei film di Carlo Lizzani); il melodrammatico intrecciarsi sullo sfondo della Storia di potere politico e malavita (come nel Padrino – parte III).
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La seconda notte di nozze
Lasciato da parte l’alquanto stucchevole elogio della mediocrità che ha caratterizzato i suoi ultimi film (Un cuore altrove, Ma quando arrivano le ragazze?), Pupi Avati torna a frequentare con La seconda notte di nozze il clima di dolce e dimessa follia che da sempre alimenta i suoi film migliori, e trova in Antonio Albanese l’immagine di quello che sarebbe potuto diventare Nick Novecento se fosse sopravvissuto trent’anni alla sua morte.
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