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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni di Aldo Viganò
“Silence” di Martin Scorsese
di Aldo Viganò.
Suggerita solo all’inizio da poche inquadrature dall’alto, la trascendenza è di fatto la vera assente dal film che Martin Scorsese ha dedicato con passione e personale coinvolgimento al tema filosofico-religioso del “silenzio” di Dio. Di fatto, il vero protagonista di Silence resta l’uomo (soprattutto l’uomo occidentale) con le sue debolezze ma anche con la sua grandezza, con la sua fragilità e le sue paure, con la sua inadeguatezza alla fede nel contesto di una contingenza storica che inevitabilmente lo spinge all’abiura o all’assunzione di comportamenti che lo rendono in modo inesorabile sempre più simile a Giuda che al Cristo.
“GGG – Il Grande Gigante Gentile” di Steven Spielberg
di Aldo Viganò.
Steven Spielberg è un regista che sa dare il meglio di sé quando affronta a viso aperto i grandi temi narrativi. Come dimostrano Lo squalo o il ciclo di Indiana Jones, L’impero del sole o Schindler’s List, Salvate il soldato Ryan e tanti altri film
“Paterson” di Jim Jarmusch
di Aldo Viganò.
Scrittore e poeta prima che regista, tastierista per molti anni di un complesso “new wave”, poliglotta (madre irlandese e padre cecoslovacco) nato nell’Ohio e laureato in letteratura americana a New York, il sessantaquattrenne Jim Jarmusch ha scoperto il cinema d’autore a Parigi
“Miss Peregrine” di Tim Burton
di Aldo Viganò.
L’eccentrico cinema del cinquantottenne e vulcanico Tim Burton (diciotto lungometraggi, otto cortometraggi, qualche videoclip e telefilm) si articola tutto sul versante del “fantasy” d’autore, genere cinematografico nel cui ambito egli ama coniugare immagini realistiche e cartoni animati, gioia di vivere e tonalità malinconiche, mediazioni letterarie e accenti autobiografici: il tutto mescolato nel contesto tematico del culto esistenziale per la diversità.
“È solo la fine del mondo” di Xavier Dolan
di Aldo Viganò.
Sui palcoscenici francesi, Jean-Luc Lagarce (nato a Héricourt nel 1957 e morto di Aids nel 1997) risulta essere il drammaturgo più rappresentato dopo Shakespeare e Molière e grazie alle sue ventisei commedie scritte in meno di vent’anni è considerato un autore ormai “classico”, apprezzato per il suo linguaggio scorrevole e per la ricchezza dei suoi riferimenti culturali: a volte sin troppo esibiti e altre solo sottolineati dalla critica.
“Sully” di Clint Eastwood
di Aldo Viganò.
Valorizzare l’«aspetto umano»! La programmatica centralità di questo impegno – etico prima che estetico – non solo connota sempre più il cinema che negli ultimi tempi Clint Eastwood mette in scena, ma contribuisce anche a circondare ogni suo nuovo film di un’aureola di classicità, dove ciò che veramente conta sono i personaggi e gli attori chiamati a interpretarli, il tema affrontato e il modo accattivante con cui questo viene svolto sul grande schermo.
“Fai bei sogni” di Marco Bellocchio
di Aldo Viganò.
Tre “tuffi” cadenzano lo svolgimento narrativo dell’ultimo film di Bellocchio. Il primo, anzi i primi sono quelli di Cagnotto e Di Biasi (credo alle Olimpiadi del 1970) che il bambino protagonista vede alla televisione e imita sul divano di casa, in un gioco infantile di cui ignora l’ironica forza imitatrice di un gesto materno che, pur tenutogli nascosto per molti anni, condizionerà tutta la sua esistenza.
“La ragazza senza nome” di Jean-Pierre e Luc Dardenne
di Aldo Viganò.
La ragazza senza nome è firmato dai fratelli Dardenne, ma sembra un film girato da un anonimo cineasta cresciuto nel mito del cinema dei due registi belgi, del quale sa restituire il tono e i ritmi, forse anche la sempre latente tensione tra realtà ed etica, ma mai riesce cogliere l’umana verità che sottende le migliori opere degli autori di Rosetta e di Il figlio.