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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni
E’ stato il figlio – Grottesco d’autore
La commedia all’italiana è lontana dal nuovo film di Daniele Ciprì: il primo da lui girato senza la complicità di Franco Maresco. Ciò che differenzia radicalmente È stato il figlio dalle opere di quel glorioso “genere” non è solo il tono esasperatamente grottesco, spinto sino al crinale con il ridicolo, ma soprattutto è lo stile. (altro…)
“La cinquième saison” di Peter Brosens e Jessica Woodworth
La cinquième saison è stato uno dei film del concorso più ignorati e meno apprezzati dalla critica di questa 69° Mostra del cinema di Venezia, a partire dalla prima proiezione per la stampa, dove le reazioni sono state complessivamente fredde e perplesse.
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“Cherchez Hortense” di Pascal Bonitzer
Siamo in tempo di crisi. Non solo economica, ma anche d’identità, soprattutto perché siamo inseriti in una società in bilico e in perenne mutamento, in cui si perdono continuamente i propri punti di riferimento.
Questo è almeno quello che sembra voler affermare il regista e sceneggiatore francese Pascal Bonitzer con Cherchez Hortense, presentato fuori concorso alla 69° Mostra del cinema di Venezia.
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“L’intervallo” di Leonardo Di Costanzo
Per buona parte della critica e del pubblico veneziano L’intervallo di Leonardo Di Costanzo è stato il film-rivelazione della 69° Mostra del cinema di Venezia, tanto che i rumors lo indicavano come sicuro vincitore della sezione Orizzonti e del premio “Luigi De Laurentis” per la migliore opera prima. Inoltre, il film è stato definito da alcuni critici come l’unico capolavoro del festival
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“Spring breakers” di Harmony Korine
Il trentanovenne regista californiano Harmony Korine, già autore di film proiettati alle scorse edizioni del festival di Venezia come Gummo (1997) e Julien Donkey-Boy (1999), quest’anno porta alla mostra quella che è l’opera che più ha diviso la critica internazionale: Spring Breakers.
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“Bella addormentata” di Marco Bellocchio
“Bellocchio racconta Eluana Englaro. Bellocchio fa un film sull’eutanasia. Bellocchio si immola artisticamente sull’altare della cronaca per affermare una tesi (LA tesi) e far politica a mezzo cinema.” Questo si è letto e scritto per mesi, mentre le polemiche relative alla Film Commission del Friuli Venezia Giulia si incancrenivano e l’ombra del pregiudizio ammantava l’ancora segretissima pellicola di uno dei più grandi maestri europei in attività.
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“Take Shelter”, di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell’imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo. Il padre Curtis è un operaio in una compagnia mineraria, mentre la madre Samantha è casalinga e sarta part-time, dovendo dedicare buona parte del proprio tempo alle cure della figlia di sei anni, muta dalla nascita.
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“C’era una volta in Anatolia”, di Nuri Bilge Ceylan
Il pluripremiato regista turco Nuri Bilge Ceylan (una specie di socio onorario a Cannes con due gran premi della giuria e un premio per la miglior regia in meno di nove anni) traveste da poliziesco un viaggio negli abissi dell’anima umana. Se amate il cinema di razza capace di raccontare storie universali col respiro della grande letteratura evocando emozioni ancestrali con la sola forza delle immagini
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