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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Recensioni
Cesare deve morire – Shakespeare a Rebibbia
Nel trasferire lo svolgimento del scespiriano Giulio Cesare dal foro romano (o, se si preferisce, dal palcoscenico elisabettiano) al carcere di Rebibbia, i fratelli Taviani ( e con loro il regista teatrale Fabio Cavalli sul cui lavoro si sono appoggiati) trasformano una storica tragedia della lotta per il potere in un regolamento di conti tra bande criminali; e, così facendo, riescono compiutamente a esprimere il loro fondamentale pessimismo
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Giallo in Anatolia
Il troppo grande altopiano turco che si chiama Anatolia, distese piatte, colline dietro colline, avvallamenti su avvallamenti, strade sterrate che seguono le tortuose forme del terreno, posti dove non si incontra nessuno, piccoli paesi tutti uguali. Un deserto dove perdersi. Cercarvi un cadavere è peggio che cercare l’ago nel pagliaio. È notte. Due macchine, una camionetta, un medico, un magistrato, dei poliziotti, due arrestati.
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La leggerezza dell’ovvio – To Rome with Love
Woody Allen continua a mandare le sue cartoline dalle grandi città europee. Dopo il trittico londinese spruzzato di giallo (Match Point, Scoop, Sogni e delitti), la visita turistico-sentimentale della capitale catalana (Vicky Cristina Barcelona) e il tuffo nostalgico nella Parigi “d’antan” (Midnight in Paris) ecco che il regista newyorkese è venuto in Italia (dove già aveva girato, a Venezia, alcune sequenze di Tutti dicono I Love You)
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Il ritorno alle origini – Il primo uomo
Nel suo primo lungometraggio, La fine del gioco, Gianni Amelio raccontava la storia di una fuga dal profondo sud verso la speranza rappresentata dal nord e ora, più di quarant’anni dopo e con la complicità del romanzo incompiuto di Albert Camus, egli mette in scena il tragitto inverso, alla ricerca delle proprie radici sentimentali e antropologiche. In entrambi i casi, dietro allo scorrere dei fotogrammi, si avverte la presenza di un nume tutelare
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“The Rum Diary – Cronache di una passione”, di Bruce Robinson
Gli ingredienti per regalare un nuovo “cult” al pubblico ci sarebbero stati probabilmente tutti: la presenza di Johnny Depp nei panni del protagonista di una vicenda tutta sbornie a catena, deliri assortiti e sfondi caraibici da favola; il libro postumo di un autore – Hunter Stockton Thompson – mitizzato da un paio di generazioni come cantore del disagio di quei giovani che a fine anni ’60 volevano cambiare tutto, ma che in realtà erano riusciti (altro…)
“Diaz – Don’t Clean Up This Blood”, di Daniele Vicari
Tra le tante immagini di devastante violenza che per due ore investono lo spettatore, le più traumatiche sono per assurdo quelle che non mostrano nulla limitandosi a mettere nero su bianco dieci anni di mancata giustizia per quanti (le vittime e le loro famiglie ma anche l’intera società civile) speravano che i responsabili materiali di quegli orrori venissero chiamati a pagare il fio delle proprie colpe.
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“Romanzo di una strage”, di Marco Tullio Giordana
12 dicembre 1969, ore 16.37. Una carica di tritolo sventra la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana, nel cuore della Milano che conta. Un attimo dopo la deflagrazione 14 vite non ci sono più (altre tre si aggiungeranno di lì a poco), 90 persone scoprono di essere ferite in modo gravissimo e un intero paese di aver perso per sempre la propria innocenza.
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“Biancaneve”, di Tarsem Singh
Probabilmente è una delle fiabe più note al mondo. Non deve quindi stupire che sia anche una delle più adattate al cinema. Se infatti a tutti viene subito in mente il capolavoro che Disney creò nel lontano 1937 (“Biancaneve e i sette nani” fu infatti il primo film di animazione della casa di Topolino, ma anche il primo degli Oscar conquistati negli anni), non sono però in molti quelli in grado di citare alcune delle moltissime trasposizioni
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