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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Numero 94
Los Angeles Neon-Noir – Intervista a Nicolas Winding Refn
Una strepitosa sequenza d’apertura, un’estetica eighties rafforzata da una colonna sonora che è già cult, il premio per la migliore regia. Drive di Nicolas Winding Refn, regista danese con otto film all’attivo, ha sedotto giuria e spettatori dell’ultimo Festival di Cannes con le sue atmosfere noir astratte e dilatate, il romanticismo esasperato, le improvvise esplosioni di violenza e una struggente malinconia.
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Dany Boom
Il prossimo 23 settembre arriverà anche nelle sale italiane Niente da dichiarare, attesissimo ultimo film di e con Dany Boon dopo il successo di Giù al Nord (2008), ambientato questa volta subito dopo la firma del trattato di Maastricht, nel febbraio 1992, quando si cominciò a pianificare lo smantellamento dei posti di frontiera all’interno dell’UE. Sarà un nuovo campione di incassi e sarà ancora una volta utilizzato per un remake italiano
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This must be Paolo Sorrentino
Nell’arco di soli cinque lungometraggi, il cinema di Paolo Sorrentino si è imposto con grande determinazione al di fuori degli ambiti soffocanti del “nuovo cinema italiano”. Sorrentino oggi sembra l’unico regista interessato a raccogliere la sfida di un cinema in grado di dialogare con la produzione del cinema d’autore internazionale. This Must Be the Place scavalca infatti d’un balzo tutte le preoccupazioni localistiche nostrane
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Arrietty
Sotto il pavimento di una casa di campagna alla periferia di Tokyo vivono misteriosi esserini alti solo pochi centimetri. Tra loro c’è Arrietty, quattordicenne dolce e intraprendente che vuole aiutare il papà nell’ “attività di famiglia”: prendere in prestito ciò che gli umani dimenticano o non utilizzano, per poter condurre in incognito un’esistenza parca e serena. Fino al giorno in cui Sho, un ragazzino umano dalla salute cagionevole, accidentalmente
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Il thriller secondo Pedro
Almodóvar e il genere: un idillio robusto e vitale che ci ha regalato alcuni dei momenti migliori del suo cinema. L’Almodrama, versione survoltata del melò, si è lasciato spesso contaminare da inserti noir, situazioni horror e vaghi intrighi polizieschi per innescare al meglio le ossessioni del regista manchego. Dopo le tinte algide e crepuscolari di Gli abbracci spezzati, il suo ultimo film è insieme un ritorno al passato e un vigoroso salto
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Occhio ai film D.O.C. (94)
Tomboy
di Céline Sciamma con Zoé Héran.
Una ragazzina di dieci anni si sente molto più a suo agio comportandosi da maschio: e così, durante l’estate, approfitta della distrazione dei genitori per girare in abiti maschili, giocando a calcio e comportandosi come i suoi compagni. Viaggio nelle ambiguità
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Quel che resta di Cannes 2011
Tutti d’accordo, o quasi. Quella del 2011 è stata una delle migliori edizioni di Cannes degli ultimi tempi, forse un po’ povera di novità, più festival di conferme che di sorprese. Alcuni film sono già usciti anche da noi o ne parliamo in questo numero: Malick, Dardenne, Moretti, Rohrwacher, Refn, Sorrentino, Ceylan… Ecco allora un pugno ulteriore di segnalazioni, non il meglio del festival ma dieci flash su quello che potrebbe o dovrebbe
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Delitto in Anatolia
Tra i grandi film di Cannes 2011, spicca C’era una volta l’Anatolia (Bir Zamanlar Anadolu’da) di Nuri Ceylan Bilge, il maggior regista turco contemporaneo, già noto anche al pubblico italiano per film come Uzak (2003), Il piacere e l’amore (2006) o Tre scimmie (2008). In questo suo ultimo lavoro, vincitore del Gran Premio della giuria, conferma uno stile narrativo disteso che sviluppa storie apparentemente semplici, in realtà molto
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