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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Festival
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes Diari 6: Jacques Audiard, Michel Franco
di Renato Venturelli.
Il festival di Cannes si avvia verso la conclusione, allineando altre delusioni (Marguerite & Julien di Valérie Donzelli, pompatissimo dai francesi), film che convincono (Mountains May Depart del cinese Jia Zhang-ke), lasciano sostanzialmente indifferenti (Youth di Sorrentino) o entusiasmano una ristretta cerchia di cinefili (The Assassin del redivivo Hou Hsiao-Hsien). (altro…)
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes Diari 7 – Huppert, Depardieu, Cotillard…
di Renato Venturelli.
Arriva l’ammucchiata di star per il finale di festival. Valley of Love di Guillaume Nicloux è l’opera forse più pomposa dell’intero concorso, col grande confronto divistico tra Isabelle Huppert e Gérard Depardieu. I due sono coniugi separati che si rivedono in un albergo ai confini della Death Valley, in California, riuniti da una lettera in cui il loro figlio annuncia il proprio suicidio (altro…)
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes Diari 8: vince “Dheepan” di Audiard, miglior regista Hou Hsiao Hsien
di Renato Venturelli.
Palma d’oro a Dheepan di Jacques Audiard, Gran Premio speciale della Giuria a Il figlio di Saul dell’ungherese Laszlo Nemes, miglior regia a Hou Hsiao Hsien, migliori attori Vincent Lindon, Emmanuel Bercot e Rooney Mara. (altro…)
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes diari 1: Deneuve, Garrone e Mad Max
di Renato Venturelli.
Apertura di segno social-divistico per il festival di Cannes, che sceglie come titolo inaugurale La tete haute, una strampalata combinazione di impegno sociale e Catherine Deneuve diretta dall’attrice Emmanuelle Bercot. Al centro, un ragazzino che cresce tra mille difficoltà con la madre tossica e diventa un adolescente ribelle, testardo, chiuso in sé, sempre sull’orlo di improvvise esplosioni di rabbia, spedito da un istituto di recupero all’altro, dove però trova sempre persone gentilissime a sostenerlo e aiutarlo.
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FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes diari 2: Lanthimos, Nemes, Kawase, Muntean
di Renato Venturelli.
Arrivano i grandi comprimari di Cannes, i candidati ai premi di contorno. Su tutti, il greco Yorgos Lanthimos, quello di “Dogtooth”, un collaudato professionista dell’eccentrico e della provocazione da festival. In The Lobster ci porta in una società dove chiunque sia single viene arrestato e deportato in una specie di hotel tra i monti, in cui avrà 45 giorni di tempo per incontrare altri single e trovare tra di loro la sua anima gemella. Se non ci riesce, viene trasformato in un animale a sua scelta.
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FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes diari 3: Moretti, Van Sant, Woody Allen…
di Renato Venturelli.
Dopo le stroncature per Garrone, arrivano gli entusiasmi per Nanni Moretti a consolare i cronachisti italiani. Mia madre raccoglie consensi soprattutto tra i francesi, e nelle pagelle di “Le film français” fa praticamente il pieno di palmette d’oro, incassando i consensi dei “Cahiers” come di “Positif” o “L’Humanité”, e pure quelli di Serge Kaganski degli “Inrockutibles”.
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FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes diari 4: Todd Haynes, Vincent Lindon, Joachim Trier
di Renato Venturelli.
Arriva uno dei maggiori candidati della vigilia alla Palma d’oro: il Todd Haynes di Carol, storia dell’amore tra due donne nell’America dei primi anni Cinquanta, ispirata a un romanzo scritto da Patricia Highsmith sotto pseudonimo, pieno di bei vestiti e di belle auto che veicolano le ipocrisie dell’epoca attraverso la chiusura formale delle immagini.
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FESTIVAL DI CANNES – Cannes diari 5: Sicario di Denis Villeneuve, Jeremy Saunier…
di Renato Venturelli.
Dopo l’ottimo Prisoners, il canadese Denis Villeneuve si conferma uno dei pochi autori intenzionati a praticare e rinnovare dall’interno un cinema americano di genere vivo, adulto e complesso, radicalmente estraneo alle mode ma assolutamente dentro al suo tempo.
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