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SPAZIO CRITICO
IN COLLABORAZIONE COL GRUPPO LIGURE CRITICI CINEMATOGRAFICI
"Take Shelter", di Jeff Nichols
I LaForche sembrano una normalissima famiglia della provincia americana (siamo in Ohio) impegnata come milioni di altre a inventarsi una vita accettabile nel pieno dell'imperversare della crisi economica che sta attanagliando il mondo.
(di Furio Fossati)
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Sezione: Festival di Cannes
Festival di Cannes 2018 – “Rafiki” di Wanuri Kahiu
di Renato Venturelli.
Forse più ancora del solito, Cannes 2018 trabocca di film scelti per il loro valore politico, in una direzione che in molti casi finisce per essere sospesa tra la meritoria denuncia di situazioni precise e un più generale adeguamento a un’ideologia dominante che è quella adottata dal festival
Festival di Cannes 2018 – “Gräns” di Ali Abbasi
di Renato Venturelli.
Inaugurata dallo schieratissimo “Donbass” dell’ultra-nazionalista ucraino Sergej Loznitsa, opera al tempo stesso affascinante sul piano cinematografico ed esecrabile sul piano etico, la sezione “Un certain regard” di Cannes 2018 trova una sua prima, piccola rivelazione eccentrica in “Gräns / Borders”,
Festival di Cannes 2018 – “Todos lo saben” di Asghar Farhadi
di Renato Venturelli.
Ancora una trasferta difficile per Asghar Farhadi, il regista di “Una separazione” e “Il cliente” che viene chiamato a inaugurare Cannes 2018 col suo ultimo film girato in Spagna. Il meccanismo è esteriormente quello consueto del regista
FESTIVAL DI CANNES 2016 – “Elle” di Paul Verhoven
di Renato Venturelli. Paul Verhoeven era praticamente sparito dai tempi di “Black Book”, film straordinario ma controverso come quasi tutta la sua opera. Dopo dieci anni, inframmezzati solo dall’episodio anomalo di “Tricked / Steekspel”, è tornato adesso a Cannes con un film che di colpo ha conquistato tutti
FESTIVAL DI CANNES 2016 – “Ma Loute” di Bruno Dumont
di Renato Venturelli. Dopo la svolta di “Le p’tit Quinquin”, Bruno Dumont punta ancor più sull’effetto delirante e grottesco, spiazzando ulteriormente gli spettatori da festival. Stavolta ci porta sulla costa settentrionale della Francia d’inizio ‘900, dove i turisti di città arrivano nelle ville dagli stili più bizzarri, mentre la gente del posto si aggira servile e minacciosa tra gli alti e bassi delle maree. Siamo quindi su terreni apparentemente in linea con l’opera precedente del regista: il Nord della Francia, i riferimenti alla pittura tra ‘800 e ‘900, i rapporti di classe, la fisicità brutale, solo che i riferimenti narrativi sono completamente (e liberamente) rovesciati, in un misto di commedia nera, poliziesco, horror, rievocazione d’epoca, pittura e fumetto.
FESTIVAL DI CANNES 2016 – “The Neon Demon” di Nicolas W. Refn
di Renato Venturelli
Tra i nomi più discussi di Cannes 2016 c’è immancabilmente lui: Nicolas W. Refn, amato dal pubblico di ventenni ma al tempo stesso respinto da buona parte della cinefilia da festival. Alla proiezione per la critica è stato accolto tra fischi, urla e sghignazzi, ma dietro l’indubbia volontà di provocazione un po’ gratuita e autocompiaciuta, Refn prosegue […] (altro…)
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes Diari 6: Jacques Audiard, Michel Franco
di Renato Venturelli.
Il festival di Cannes si avvia verso la conclusione, allineando altre delusioni (Marguerite & Julien di Valérie Donzelli, pompatissimo dai francesi), film che convincono (Mountains May Depart del cinese Jia Zhang-ke), lasciano sostanzialmente indifferenti (Youth di Sorrentino) o entusiasmano una ristretta cerchia di cinefili (The Assassin del redivivo Hou Hsiao-Hsien). (altro…)
FESTIVAL DI CANNES 2015 – Cannes Diari 7 – Huppert, Depardieu, Cotillard…
di Renato Venturelli.
Arriva l’ammucchiata di star per il finale di festival. Valley of Love di Guillaume Nicloux è l’opera forse più pomposa dell’intero concorso, col grande confronto divistico tra Isabelle Huppert e Gérard Depardieu. I due sono coniugi separati che si rivedono in un albergo ai confini della Death Valley, in California, riuniti da una lettera in cui il loro figlio annuncia il proprio suicidio (altro…)