Batman – Il cavaliere oscuro

Unica grande produzione uscita d’estate anche in Italia, quasi in contemporanea con la “prima” americana, Batman – Il cavaliere oscuro è stato accolto generalmente in modo molto positivo dal pubblico come dalla critica. «Un film sulla tragedia del potere» scrive il critico dell’”Unità” (Alberto Crespi), trovandosi in questo d’accordo anche con il collega di “Il Giornale” (Pedro Armocita), il quale accenna anche lui alla tragedia greca e definisce «metafora dell’11 settembre» un film che lascia lo spettatore con «l’unica certezza dell’inquietudine che ti coglie nel lasciare la sala». Insomma, ancora più che in Batman Begins, di cui questo The Dark Knight è il dichiarato sequel, Christopher Nolan, ancora affiancato in fase di sceneggiatura dal fratello Jonathan, riesce nell’impresa di conciliare il grande spettacolo d’azione con il cinema d’autore, mettendo in scena «probabilmente il più “nero” dei Batman realizzati fino a oggi» (Giulia D’Agnolo Vallan, “Il Manifesto”) e avendo il coraggio di consegnare al pubblico un «film lunghissimo e bello», che «in un flusso torbido di ambiguità e malvagità» mette in scena «il lato buio di un supereroe» (Lietta Tornabuoni, “L’Espresso”).

Anche se si riesce a non cadere nei trabocchetti di una spregiudicata campagna di marketing – che ha sfruttato con cinica determinazione la morte di Heath Ledger come la depressione violenta di Christian Bale – risulta di fatto difficile non considerare questo sesto film della serie di Batman, iniziata da Tim Burton (con Michael Keaton), un’opera che non si accontenta di essere solo un blockbuster. The Dark Knight è, cioè, un film fornito di una propria specifica personalità, che ha i suoi principali punti di forza nel chiaroscuro con cui vengono tratteggiati i personaggi, nel ritmo impresso a un racconto di per sé non molto originale e sin troppo “politically correct” (l’eroe è in crisi d’identità e desidera solo ritornare nell’ombra in una società che non abbia più bisogno di lui) e, soprattutto, nella programmatica contemporaneità dei diversi piani narrativi, i quali si integrano l’uno nell’altro in una raffinata sintesi che ha insieme valenze semantiche ed etico-sociali.

Per cui il taglio orrorifico delle inquadrature che mettono in scena il pericolo che incombe su l‘eroina Rachel (Maggie Gyllenhaal) e l’alter-ego del protagonista (Aaron Eckhart) trascorre nella razionale compostezza di quelle che raccontano come Batman (Christian Bale) e l’ispettore Gordon (Gary Oldman) accorrano in loro salvataggio, mentre tra di loro s’inserisce con violenza la follia visionaria con cui viene rappresentata la strage compiuta da Joker (Heath Ledger) nel corso della sua evasione. È in questo continuo incalzare dell’azione, congiunto con la stilistica consapevolezza della capacità della forma di indirizzare (e nobilitare) i contenuti, che il secondo Batman di Nolan e Bale riesce a consegnare al grande schermo il meglio di sé, riempiendo poi i vuoti narrativi connaturati alla sua forse eccessiva lunghezza con le ciliegine offerte dalle performances della “guest stars” Michael Caine e Norman Freeman, ancora una volta impegnati a impersonificare con classe e ironia rispettivamente l’”aplomb” del maggiordomo Alfred e la tecnologica saggezza di Lucius Fox, insostituibile dirigente/inventore della Wayne Enterprises.

Batman – Il cavaliere oscuro
(The Dark Knight, Usa 2008)
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Jonathan e Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Musiche: Hans Zimmer e James Newton Howard
Scenografia: Nathan Crowley
Costumi: Lindy Hemming
Montaggio: Lee Smith
Interpreti: Christian Bale (Bruce Wayne/Batman), Heath Ledger (Joker), Michael Caine (Alfred Pennyworth), Gary Oldman (James Gordon), Aaron Eckhart (Harvey Dent), Maggie Gyllenhaal (Rachel Dawes), Morgan Freeman (Lucius Fox), Eric Roberts (Sal Maroni), Sarah Jayne Dunn (signora Maroni), Anthony Michael Hall (Mike Engel), Cillian Murphy (Jonathan Crane).
Distribuzione: Warner Bros
Durata: due ore e 32 minuti

(di Aldo Viganò)

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