Megamind


Mega MindChe cosa sarebbe successo se Lex Luthor avesse sconfitto Superman? Devono esserselo chiesto gli sceneggiatori di Megamind, che si sono anche dati una risposta: senza nemmeno un ostacolo e con tutto il potere a disposizione, avrebbe provato una grande, grandissima noia.
Lo yin e lo yang dell’universo dei supereroi perdono il loro equilibrio nell’ultimo film d’animazione DreamWorks, che si diverte a sovvertire le convenzioni regalandoci divertimento intelligente e qualche buona riflessione.

Ricalcando l’incipit di Superman (1978), il film si apre con il piccolo alieno blu Megamind spedito sulla terra dai genitori per sfuggire al buco nero che sta risucchiando il suo pianeta. Nello stesso momento da un pianeta vicino parte un’altra micro navicella diretta sulla terra, dentro c’è il neonato Metro Man. Entrambi atterranno a Metro City, ma mentre Metro Man plana nel giardino di una coppia di ricconi, il povero Megamind viene raccolto e allevato dai detenuti del carcere di massima sicurezza. Uno ha l’educazione migliore, l’altro è avviato al crimine. Qualche anno più tardi i due si ritrovano a scuola, dove Metro Man è adorato e Megamind è emarginato e bollato come “cattivo”. Tra i due nasce una forte competizione che continua fino all’età adulta, quando Metro Man ricopre la gratificante posizione di difensore della città e Megamind è ormai completamente calato nel ruolo che gli hanno affibbiato fin da piccolo: il super cattivo.

Che perde sempre le sue battaglie fino al giorno in cui, attraverso il rapimento della grintosa giornalista Roxanne Ritchi, tende una trappola mortale a Metro Man. Tolto di mezzo l’arcinemico, finalmente Megamind può governare incontrastato su Metro City, ma che senso ha avere tutto quel potere se non si deve nemmeno combattere per mantenerlo? Senza Metro Man la vita di Megamind non ha più uno scopo, urge un rimedio, ed ecco allora che il nostro crea in laboratorio un nuovo eroe buono per avere ancora qualcuno da sfidare. Peccato che Titan, la sua creatura, preferisca di gran lunga fare il cattivo e Megamind si ritrovi ancora una volta senza uno scopo nella vita. Sempre che il ruolo di supercattivo fosse proprio quello più adatto a lui…

Agli adulti piaceranno i continui rimandi al vecchio Superman (c’è anche una spassosa parodia di Marlon Brando/Jor-El), le battute ironiche, la presa in giro dello showbiz (Metro Man si comporta come un’egocentrica rock star). Per i più giovani c’è l’insegnamento che ognuno può prendere in mano il proprio destino e scegliere quale ruolo ricoprire nel mondo, anche se a volte le circostanze rendono l’impresa particolarmente difficile.
Megamind ha qualcosa de Gli Incredibili (battaglie all’ultimo superpotere ed eroi che faticano ad essere se stessi), ma soprattutto ricorda Cattivissimo Me: ad Hollywood ora puntano sugli antieroi.

(Maria Francesca Genovese)

Postato in Film ragazzi, Numero 91, Recensioni.

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