di Gianmarco Cilento.
Instancabile attrice di teatro e cinema sin dai primi anni ’70, Valeria D’Obici è nota prevalentemente per aver interpretato Fosca in Passione d’amore (1981) di Ettore Scola (che le valse il David di Donatello come migliore attrice protagonista), Piso Pisello di Peter Del Monte o alcune commedie popolari come Anni 90 di Enrico Oldoini. In questa conversazione ci svela alcuni retroscena del suo lavoro, oltre che un’analisi sull’attore e la recitazione.
Prima di iniziare a chiederti qualcosa sulla tua carriera e sul mestiere dell’attore voglio chiederti: in quali progetti avremo modo di vederti nei prossimi mesi?
Ho recitato in una piccola parte nel film Dante di Pupi Avati, che uscirà in autunno al cinema. Ma ancora non posso svelare tanti dettagli.
La tua carriera è iniziata al Piccolo Teatro di Milano. Che atmosfera si respirava a quei tempi tra i giovanissimi che volevano intraprendere la strada della recitazione?
Per la verità ho iniziato da bambina, in alcune recite scolastiche. Poi ho lasciato perdere e alcuni anni dopo, nel 1967, quando mi sono trasferita a Milano, ho frequentato la Civica Scuola d’Arte Drammatica, appunto al Piccolo Teatro, diretta da Paolo Grassi. C’era tutto il repertorio del teatro inteso in maniera “rigorosa”, e quella scuola l’ho frequentata diversamente rispetto ai miei colleghi; ero uno spirito libero, e allo stesso tempo cercavo di carpire gli strumenti giusti della recitazione.
Eri cinefila in quel periodo?
No, e l’avvicinamento al cinema è avvenuto in un secondo momento. La mia idea era, comunque, quella di fare teatro. Poi nel 1974 ho avuto l’occasione di prendere parte a un film, La polizia ha le mani legate di Luciano Ercoli, e da allora ho sempre preso in considerazione le opportunità cinematografiche che mi sono capitate.
Nel 1980 il tuo primo ruolo “comico”, ovvero ‘Sbamm!’, l’esordio al cinema di Ezio Greggio
Si, anche se stavo già recitando in un ruolo comico, a teatro, con lo spettacolo Piccole donne: un musical! che ebbe grande successo. Venne Greggio a teatro, e mi propose di prendere parte al film. Era un film libero e divertente, a basso budget, in cui Greggio era un po’ l’autore del film, per quanto la regia fosse di Francesco Abussi. Era un’esperienza nuova per entrambi, neanche Greggio era ancora famoso.
Al giorno d’oggi ‘Passione d’amore’, il suo film più conosciuto, che peso ha per te? Ti dà problemi essere spesso ricordata per quel ruolo?
Invece mi fa molto piacere essere ricordata per questo film di Ettore Scola, dal momento che è stato il mio primo ruolo davvero “importante”. Quando uscì la gente ovviamente mi guardava da vicino, erano curiosi di vedere se fossi così brutta come il personaggio di Fosca. Ovviamente non era così, per il ruolo mi misero il naso finto, la dentiera, le ossa posticce, mi rasarono i capelli. Negli anni mi hanno chiesto tantissimo di questa pellicola, ma non mi pesa affatto. È stata una grande esperienza per me, anzi, ne rifarei altri cento di film come questo!
Sei molto ricordata anche per i film comici recitati al fianco di Massimo Boldi. Il primo è stato ‘Yuppies – I giovani di successo’, poi è venuto ‘Mia moglie è una bestia’ e in seguito ‘Anni 90’. Cosa voleva dire lavorare al fianco di un comico come lui?
Lui mi faceva molto ridere, anche se sono tutti film diversi e dei tre non rifarei Mia moglie è una bestia. In Anni 90 ho anche improvvisato qualcosa; c’è una scena dove Massimo imita Abatantuono, e siccome era troppo divertente, mi misi a dire “lo fai così bene, rifallo!”, cosa non prevista da copione. Io ho un mio personale senso dell’humor naturale, quindi non era impossibile che io facessi anche questi ruoli all’interno di un film comico. Oldoini era una persona competente e preparata, anche se forse, a ripensarci, non ero così adatta per questo genere di film. Ricordo che una cosa del genere l’aveva pensata anche la sorella di Oldoini, che non mi vedeva proprio adatta come attrice per quell’episodio. Invece credo di essermela cavata. Non rinnego mai le cose che ho fatto.
Hai mai pensato alla regia?
In teatro ne ho fatta qualcuna, al cinema non ci ho mai provato, anche perché girare un film, contrariamente a dirigere uno spettacolo teatrale, è una fatica immensa. Io so di registi che hanno trascorso notti insonni… troppo faticoso per me, preferisco fare l’attrice. Di solito capita che un attore passi alla regia quando non gli vengono offerti più i ruoli giusti, così passando alla regia possono farsi da soli i ruoli che preferiscono. Questo è accaduto soprattutto per gli attori americani, e adesso capita anche per gli italiani.
Di recente Roberto Benigni ci ha ricordato che ‘recitare’ in inglese si dica ‘play’ e in francese ‘joue’, e che in entrambe le lingue può essere tradotto anche come ‘giocare’, ma secondo lui è sbagliato tradurlo così perché recitare è tutt’altro che un gioco, anzi è una fatica tremenda…
Io la vedo diversamente. Per me recitare è uno sfogo emotivo, non è uno sforzo, anzi è una cosa liberatoria, sia per ruoli comici che per quelli drammatici. Non è faticoso, tiri fuori la tua interiorità. Anche per questo ho intrapreso questo mestiere in tenera età. Anche se, quando passano gli anni, ovviamente avverti fatiche di altro tipo, come quella di andare a letto alle tre dopo uno spettacolo, o svegliarsi alle cinque del mattino per recarsi sul set. Ora mi sento un po’ più pigra.
Quali sono gli altri film che hai amato molto tra quelli che hai interpretato?
Sono stata contenta di fare Colpo di fulmine di Marco Risi. Mi è dispiaciuto molto non aver mai potuto fare un film con Verdone. E ho perso qualche altra grande occasione. Il mio difetto è stato quello di dire di no quando avrei dovuto accettare, e viceversa! Forse gli attori oggi sono tutti un po’ bravi nel capire quello che devono fare, io al contrario sono stata più ingenua, ma ripeto di non avere rimpianti.
Secondo te l’attore dovrebbe essere sempre sé stesso nei ruoli che interpreta, oppure uscire completamente dalla sua personalità?
A me l’attore completamente tecnico non piace, e non amo neanche studiarmi allo specchio per calarmi in un personaggio. Ho sempre interiorizzato la parte che avrei dovuto interpretare, e non immaginavo nemmeno cosa sarebbe venuto fuori. Ti dai dei limiti, ma non ho mai amato falsificare completamente me stessa per immergermi in una parte. E poi deve partire sempre da me, caratterizzare alcuni aspetti espressivi, senza il bisogno di un regista che mi dica continuamente “fai così, in quel modo, ecc…”. Ci sono gli attori che lo fanno, ma per me quelli non sono attori.
Secondo te gli artisti originali sono bravi artisti?
Bisogna vedere che cosa si intende per “originali”. Un artista eccessivamente originale può anche andare per la propria strada, ma credo ci voglia anche un minimo di disciplina.
I tuoi registi preferiti?
De Sica e il Neorealismo su tutto. E rimpiango di non aver potuto conoscere i registi di quei tempi, sarebbe stato meraviglioso…
Sei rimasta affezionata alla sala cinematografica o apprezzi anche le piattaforme?
In realtà sono più legata alla sala, e certi film secondo me dovrebbero essere visti solo al cinema, perché nel formato televisivo o domestico perderebbero tantissimo.