di Antonella Pina
Il caldo da record dell’ultima settimana di giugno con l’aria condizionata poco efficace nelle sale dei cinema Jolly e Arlecchino di via delle Lame, probabilmente non avvezze ad un tutto esaurito, ha forse creato qualche problema agli spettatori del Cinema Ritrovato, ogni anno più numerosi. Il disagio però non ha diminuito il piacere della visione. Queste giornate dedicate al cinema continuano a sorprenderci, portano il pubblico avanti e indietro nel tempo, in luoghi lontani soltanto immaginati, come in una giostra al Prater, in un film di Ophüls.
Le scoperte di questa edizione – o gli approfondimenti, a seconda del livello di conoscenza di ciascuno – hanno riguardato Henry King; Youssef Chahine; i film della Fox prodotti da Wiliam Fox tra il 1915 e il 1935; Jean Gabin dagli occhi azzurri; le pellicole girate nella Germania Ovest tra il ’45 e il ’49; il cinema sudcoreano degli anni ’60; i noir di Felix E. Feist; Buster Keaton; Musidora; Eduardo De Filippo. Senza dimenticare le solite incredibili perle all’interno delle sezioni Alla ricerca del colore nei flm: Technicolor & Co e Ritrovati e Restaurati. Di quest’ultima rassegna non possiamo non citare Toni il film con cui nel 1935 Jean Renoir inventò il cinema neorealista, definito da Gian Luca Farinelli “il più bel film della XXXIII edizione del Cinema Ritrovato”.
Inoltre quest’anno abbiamo avuto Francis Ford Coppola al Teatro Auditorium Manzoni a tenere una lezione di cinema e in Piazza Maggiore per la presentazione del suo Apocalypse Now – Final Cut. E potrebbe sembrare abbastanza ma in realtà c’era molto altro ancora. Impossibile seguire tutto e spesso le rinunce sono dolorose.
Si esce da questa esperienza un po’ frastornati, quasi ipnotizzati. Per dieci giorni ci si muove in un mondo a parte, la vita vera resta confinata subito dietro l’angolo di via della Lame. Entri trafelato nella sala, ti siedi e accanto a te potrebbe esserci Bertrand Tavernier, a Bologna per presentare Jean Gabin; oppure Thierry Frémaux che ogni anno porta al festival una selezione di cortometraggi dei fratelli Lumière provenienti dall’Istituto Lumière di Lione da lui diretto. Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, definisce ll Cinema Ritrovato il “momento più atteso dell’anno”. James Spencer Henry Edmond Marcel Thierrée, attore e artista circense, nipote di Charlie Chaplin, era in città per vedere film e per l’occasione ha presentato Il Circo diretto dal nonno nel 1928. Jane Champion è venuta a tenere una lezione di cinema.
La sera della proiezione de Il circo in Piazza Maggiore, seduto accanto a noi c’era un ragazzino veneto che, terminata la prova orale dell’esame di maturità quella stessa mattina, si era precipitato a Bologna per godersi gli ultimi giorni della rassegna. Ci ha raccontato di aver ottenuto una borsa di studio dalla Cineteca del Friuli in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto per il restauro delle pellicole, lo abbiamo sentito applaudire un signore salito sul palco per parlare al pubblico del dramma delle persone trattenute a bordo della Sea Watch, e quando le luci nella piazza si sono riaccese al termine della proiezione, lo abbiamo visto, imbarazzato, tentare di nascondere le lacrime che non aveva potuto trattenere. Un bel film. Potremmo intitolarlo: Miracolo al Cinema Ritrovato. Speriamo che tutto ricominci da qui.
Lunga vita al Cinema Ritrovato!