Il suo primo articolo lo pubblicò settant’anni fa, adesso esce un libro che ripercorre tutta la sua attività: “La seduzione dell’immagine” (ed.Gammarò, Sestri Levante 2016, 30 euro), un volumone di settecento pagine curato da Francesco De Nicola che segue passo passo la lunghissima carriera di Claudio Bertieri “spettatore di professione”, oggi 91enne e ancora in piena attività.
Partito come critico cinematografico, Bertieri ha poi affrontato tutti gli aspetti collaterali rispetto ai lungometraggi di finzione che si recensivano sui giornali. S’è occupato di documentari, di cinema sperimentale e non professionale, dei rapporti tra cinema e sport, di fumetti e di illustrazione, di comunicazione d’industria e di tutti gli incroci possibili tra carta e pellicola. Con Roberto Rossellini ha collaborato per un film sulla siderurgia, Ermanno Olmi e Tullio Kezich li trovò alla Edison-Volta, all’Italsider ha prodotto documentari d’azienda chiamando registi come i Taviani, Orsini, Pietro Nelli, ” tutti autori che avevo scoperto facendo il giurato nei piccoli festival”. E quando negli anni ’60, insieme a Romano Calisi ed altri amici, fonda a Bordighera il primo Salone dei Comics, trascina nell’impresa anche Umberto Eco finendo addirittura sulla copertina di “Life” per via di un articolo del grande Al Capp sulla manifestazione ligure, poi trasferita a Lucca.
La sua multiforme attività di spettatore attento, sempre a caccia di terreni nuovi da dissodare e di aspetti meno studiati da scoprire, viene rievocata nel libro in una lunga e dettagliata intervista ad Eliana Quattrini. Seguono poi quasi 400 pagine di antologia dei suoi scritti, dove vengono raccolti articoli sparsi su quotidiani, riviste e cataloghi, quindi una minuziosa bibliografia comprendente non solo i numerosi volumi scritti da Bertieri, ma tutti gli articoli -oltre duemila, tutti schedati- pubblicati anno per anno a partire dalle recensioni di Duello mortale, Panico e Rhapsody in Blue uscite sulla “Gazzetta del lunedì” del 21 luglio 1947, per arrivare agli articoli recenti su Romano Calisi, Elio Vittorini e Florenzo Ivaldi del sito “Guida al fumetto italiano” (ma nel frattempo Bertieri ha sicuramente pubblicato già nuovi saggi). E con un indice tematico di autori e opere, perché alla base dell’attività di Bertieri, oltre alla curiosità verso il nuovo e il marginale, c’è quella passione archivistica che adesso si esplica pienamente attraverso la Fondazione Novaro curata insieme a Maria Novaro. “Ero un bambino solitario – dice nell’intervista – Mi dava fastidio che altri venissero a giocare con me, perché mi mettevano tutto in disordine. I soldatini li tiravo fuori dalla scatola, giocavo, poi ognuno veniva rifasciato nella carta velina bianca e rimesso a posto… Anni dopo, stesso metodo con le riviste. Tutto deve essere in ordine. Per me è importante”.