I disordinati e i distratti lo sanno bene: gli oggetti scompaiono facilmente, anche in casa, provocando un senso di smarrimento, di frustrazione e di rabbia. Ma da un piccolo incidente di percorso quotidiano, la sparizione di un cacciavite, alla scomparsa di una bambina ce ne passa. E’ quello che succede a Guido nel film Oggetti smarriti, quando “deve” badare per una sera alla figlia di sei anni e rinunciare all’invitante cenetta programmata con la ragazza del momento. Lui è un architetto di successo, quarantenne, divorziato con spider e casa superaccessoriate. E’ talmente superficiale da dimenticarsi di avere una figlia che lo adora. La piccola gli sparisce letteralmente da sotto il naso e Guido deve affrontare il mistero di queste sparizioni. Non ci troviamo di fronte ad un giallo della ‘stanza chiusa’ o ad una puntata di “Alfred Hitchcock presenta”, ma ad una commedia surreale, un fantasy, che ci porta in un mondo parallelo, una zona dell’universo dove finiscono gli oggetti smarriti e Guido è uno di questi. Sbandato in questa “geometria del vuoto”, fra mondo e oltremondo, appaiono a lui figure diafane, personaggi sensuali e bizzarri. Lo spunto originale e la sceneggiatura del giovane Giorgio Fabbri avevano intenzioni e ambizioni alte e puntavano ad insinuare – sottotraccia – motivi profondi e ultimi (la citazione finale da Giorgio Caproni ne è un indizio evidente). E’ questo per assurdo uno dei motivi di interesse del film, quello che poteva essere e non é. Il “dove” è nel “non dove”. Ma il film per caratteristiche produttive non va in questa direzione. Oggetti smarriti è un lungometraggio lowbudget, una commedia di chiara impronta family, con situazioni assurde e divertenti, e nel contempo e soprattutto un’operazione crossing dalla tivu al cinema per volti noti come quelli di Roberto Farnesi (Cento Vetrine, Butta la luna 2,…), Chiara Gensini (Capri 2, I Cesaroni 3,…), Michelangelo Pulci (ex Cavalli Marci, Colorado Cafe,…).
Premio ANEC al Giffoni Film Festival 2011, Oggetti Smarriti rappresenta il ritorno in Liguria e al cinema (dopo Aurelia e Corsica!) per Giorgio Molteni, nato a Loano, e ormai affermato regista di film e serie televisive (Un posto al sole, Vivere, La squadra) e per Giorgia Würth nata a Genova, attrice negli ultimi film di Brizzi e nel recente Boxoffice di Ezio Greggio. Girato a Genova, Savona e Spotorno grazie anche alla collaborazione della Liguria Film Commision, il film si avvale dei contributi creativi e tecnici di figure note del cinema indipendente ligure come Giovanni Robbiano, Matteo Zingirian. Il mistero della bambina scomparsa è presto svelato: si tratta della bravissima Ilaria Patané, per la prima volta sullo schermo, allieva della scuola di teatro “La quinta praticabile” di Genova.
(di Giancarlo Giraud)