The conspirator


the conspiratorLa “cospiratrice” del titolo è una vedova passata alla Storia per essere stata la prima donna condannata alla pena capitale da un tribunale americano. Affittacamere per sbarcare il lunario, la povera madre di famiglia viene coinvolta in uno dei casi giudiziari più clamorosi della storia USA, ovvero l’assassinio del Presidente Lincoln, solo per il fatto di essere la madre di uno dei cospiratori nonché la padrona delle stanze presso le quali si riuniscono i potenziali assassini. Costato pochissimo e ambientato in una Washington da studios tutta sospesa tra l’euforia della fine della guerra civile e le ferite ancora apertissime del conflitto, il film è un riuscito incrocio tra la ricostruzione d’ambiente e il dramma giudiziario: dopo “Leoni per agnelli”, Redford torna a infilare il bisturi del proprio cinema d’impegno nelle pieghe e nelle piaghe della Storia (qui il passato remoto) del proprio paese, cercando ancora una volta di metterne e a nudo il perbenismo di facciata e denunciandone il costante conformismo del buon senso e della logica comportamentale alla Ragion di Stato. Forse un po’ lento e compassato per avere successo nelle sale in questo periodo dell’anno, il film ha però il pregio di essere un affresco storico capace di trasformare la rievocazione del passato in una presa di posizione sul delicato e ovunque dibattutissimo tema della giustizia “giusta” ai giorni nostri.

(Usa, 2011) di Robert Redford, con James McAvoy, Robin Wright

(di Guido Reverdito)

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