Libri e film” di Ariodante Roberto Petacco

Da oltre mezzo secolo Ariodante Roberto Petacco è una delle figure culturali più attive dell’estremo levante ligure, un esemplare lettore-spettatore che divora libri, film e giornali, curioso di tutto senza preclusioni. Oratore di lunga esperienza, è anche uno dei maggiori esponenti di quella “critica orale” che fin dagli anni ’50 ha costituito la base della “cinefilia diffusa” di cui parla Frodon in “Cinémas de Paris”: una cinefilia che si alimentava di una fitta serie di incontri, dibattiti, presentazioni di film, e che nei decenni successivi al dopoguerra ha permesso al cinema di ottenere quel riconoscimento culturale che per molto tempo gli era stato negato.

Il volume “Libri e film” (ed.quiCastelnuovo, pp.200) permette adesso di testimoniare anche la lunga militanza di Petacco sullo storico periodico di Castelnuovo Magra, prima “Castelnuovo Oggi” poi “QuiCastelnuovo”, raccogliendo oltre cento suoi articoli dedicati alla segnalazione di libri e film. Una raccolta che copre l’arco di quarant’anni, partendo dal 1984 e arrivando fin quasi a oggi, ma soprattutto testimoniando l’insaziabile curiosità di uno spirito libero. A cominciare proprio dalla letteratura, perché Petacco è innanzitutto un lettore all’antica, un divoratore di libri sempre a caccia di nuovi narratori da scoprire e approfondire. “Ho scoperto uno scrittore che non conoscevo, e ho subito comprato tutti i suoi libri in commercio” è una delle sue frasi più tipiche.

Non è un caso, del resto, se fin dal primo articolo della rubrica “Appunti dalla biblioteca personale” spiega perché non ha cominciato con l’amato William Faulkner, ma con Attilio Veraldi, notevolissimo scrittore (e traduttore) dal linguaggio sempre inventivo, ma anche attivo lungo la linea di confine con la letteratura cosiddetta “di genere”. E nelle circa settanta segnalazioni di libri Petacco procede così, alternando scrittori di fama consolidata, classici stranieri, giovani autori italiani, sempre definendosi un adepto della “professione di lettore dilettante”.  Si va da Giovanni Giudici a Lawrence Sanders, da Augusto Frassinetti a Michael Ondaaje, da Manchette a Giulio Questi, al ricordo di Paolo Bertolani.

Quanto ai film, si ripercorrono anche in “Cinemamese” oltre trent’anni di proiezioni, partendo dai tempi di “E.T.”, passando attraverso la rassegna estiva organizzata per decenni da Giorgio Baudone a Castelnuovo Magra (e di cui Petacco è una colonna), ma anche l’incontro con Solanas al Moderno di Sarzana, che permette di ricordare l’accoglienza offerta da Sarzana a molti esuli argentini nel periodo tragico della dittatura militare. E non è un caso se a concludere la sezione cinematografica c’è il riconoscimento sacrosanto per un film (“Blackhat”) che era stato accolto male dal pubblico e da parte della critica, ma dove Petacco riconosce la mano di “questo straordinario poeta dell’età contemporanea” che è Michael Mann.

Uno spazio importante nel libro hanno poi certi ricordi personali che permettono di approfondire personaggi altrimenti condannati all’oblio. Come ad esempio Giuseppe Trefiletti, “l’ultimo dei cinematografari”, proprietario e gestore di sale ad Arcola e a Romito Magra. Un ricordo che permette anche di rievocare tempi eroici del cinema di provincia, con i gestori coalizzati per “scambiarsi i film”… E la vita dei cinefili di un tempo viene perfettamente rievocata attraverso uno degli epici viaggi di gruppo nelle sale cinematografiche della Genova anni ’70, iniziato con il leggendario V Maggio di via Pré: una sala frequentata da prostitute e marinai della zona, che cominciava a proiettare al mattino e aveva le pareti rivestite da piastrelle bianche “di tipo ospedaliero”.

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