Far East Film Festival 2019 –”Innocent Witness” di Lee Han

di Renato Venturelli.

Un avvocato viene incaricato di difendere una governante di mezz’età, accusata di aver ucciso l’anziano padrone di casa soffocandolo con un sacchetto di plastica. La morte dell’uomo sarebbe in realtà perfettamente spiegabile come semplice suicidio, in quanto si trattava di un soggetto particolarmente depresso, ma una bambina autistica della casa di fronte afferma di aver assistito dalla finestra a un vero e proprio omicidio commesso dalla colf. Da qui il complicato rapporto che il giovane avvocato cerca di instaurare con la testimone, avvicinandola, cercando di farla parlare e di spingerla a cambiare la sua deposizione onestamente convinto che l’imputata abbia in realtà – come dice – cercato disperatamente di salvare l’uomo dal suicidio.

Diretto dall’esperto Lee Han, “Innocent Witness” è un solido ma tradizionalissimo legal thriller, con tanto di telefonato colpo di scena finale, dove l’attenzione viene depistata dal puro e semplice mystery alla rappresentazione della bambina affetta dalla sindrome di Asperger e al modo in cui l’avvocato cerca di rapportarsi con lei.

L’ovvietà è sempre in agguato, anche per via di uno stile visivo e narrativo estremamente piano, ma il film ha in realtà una costruzione abbastanza solida e personaggi non banali: a cominciare appunto dal suo protagonista, un legale che ad inizio carriera sembrava spinto da motivazioni ideali, ma che adesso avrebbe l’occasione per far carriera all’interno dello studio prestigioso per cui lavora, e che deve quindi scegliere se vuole cominciare a “sporcarsi un po’ le mani”, come lo invita a fare il suo capo, o se invece vuol restare fedele ai suoi principi, come lo spinge a fare un’ex-compagna di studi. E tra i molti personaggi laterali con cui la sceneggiatura sostiene la vicenda principale, spicca anche il vecchio padre del protagonista, ormai anziano e malato ma sempre capace di battute taglienti e di uno sguardo disincantato sul mondo.

Se il meccanismo del legal thriller e la rappresentazione della sindrome di Asperger tendono a una confezione edulcorata ben assecondata da uno stile spesso pianamente televisivo, “Innocent Witness” ha però una sua capacità di articolazione narrativa tutt’altro che banale. E punta soprattutto sulla presenza di Jung Woo-Sung (“Il buono, il matto, il cattivo”, “La congiura della pietra nera”) nella parte dell’avvocato protagonista, col suo divismo elegante che lo pone qui nella linea dei Gregory Peck d’altri tempi.

 

 

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