di Juri Saitta.
A vincere il concorso del 35° Torino Film Festival è “Don’t Forget Me” del regista esordiente israeliano Ram Nehari, lungometraggio che oltre al premio per il film ottiene anche quelli per il miglior attore e la migliore attrice, andati rispettivamente a Nitai Gvirtz e Moon Shavit.
L’opera racconta la particolare storia d’amore tra Tom – una ragazza anoressica ricoverata in una casa di cura per disturbi alimentari – e Neil, un giovane suonatore di tuba con dei problemi psichiatrici. I due s’incontrano nella clinica di lei, si piacciono e fuggono insieme progettando di partire per un tour musicale con la band della quale Neil crede di far parte. Ma il viaggio da loro desiderato si rivelerà alquanto difficile da realizzare.
Come si può intuire fin dal plot, il lavoro in questione si concentra su due personaggi giovani e problematici, vitali ma soli, la cui fuga non è solo fisica e “geografica”, ma anche e soprattutto psicologica e simbolica, in quanto rappresenta il loro sogno di guarire dalla malattia e cominciare definitivamente una nuova vita, più libera e adatta alla loro età.
Una condizione psichica ed emotiva, quella dei ragazzi, espressa molto bene dalle performance dei due attori protagonisti, i quali risultano il vero punto di forza del film. Ma anche se Nitai Gvirtz è sicuramente intenso e credibile nel ruolo di Neil, a illuminare davvero lo schermo è l’interprete femminile Moon Shavit, la quale con il suo sguardo un po’ furbo e un po’ nervoso riesce a trasmettere tutta la tristezza, la consapevolezza ma anche l’energia e la voglia di vivere di un personaggio che dietro l’apparente cinismo nasconde un malessere molto forte, come viene ben sottolineato anche dalla sceneggiatura.
Tutto ciò in un film che si ispira piuttosto chiaramente alle atmosfere, ai temi e alle modalità narrative della commedia indipendente americana. Qui – come in molto cinema indie -, i personaggi sono spaesati, la storia viene raccontata con toni dolceamari e lo script fa inoltre una certa ironia su alcuni aspetti della società contemporanea (in tal caso quella israeliana): il riferimento va in particolare alla divertente sequenza della cena a casa dei parenti di Tom, nella quale emerge una famiglia disfunzionale che pare uscita da un film di Wes Anderson o dal più recente “Captain Fantastic”, con figure come la madre vegana e crudista, il padre diffidente e vagamente razzista e il fratellino mascherato da wrestler.
Una serie di elementi recitativi e narrativi che prendono vita soprattutto nella seconda parte, in un’opera che soffre di un inizio un po’ prolisso nella presentazione dei personaggi e del loro ambiente.
Un limite palese che non pregiudica però il buon esito del lavoro, nel complesso apprezzabile e riuscito, soprattutto grazie alla bravura dei suoi attori e a una sceneggiatura che unisce bene ironia e melanconia, racconto privato e “satira sociale”. In definitiva, una delle piccole sorprese del 35° Torino Film Festival.
Don’t Forget Me (Al tishkechi oti, Israele/Francia/Germania 2017) Regia: Ram Nehari – Sceneggiatura: Nitai Gvirtz – Fotografia: Shark de Mayo – Montaggio: Ido Muchrik – Musica: Steve Nieve – Interpreti: Nitai Gvirtz, Moon Shavit, Carmel Bato, Ronna Lipaz Michael – Durata: un’ora e 27 minuti.