di Renato Venturelli.
L’anno scorso aveva trionfato con “The Eternal Zero”, quest’anno Yamazaki Takashi è tornato al festival di Udine con un dittico attesissimo: quello di “Parasyte” part 1 e part 2, due film da due ore ciascuno ispirati al manga di Iwaaki Hitoshi, in un mix furibondo di fantascienza apocalittica e horror, black comedy e teen superhero, ibridazioni sociali e morali.
Il punto di partenza è la classica invasione degli ultracorpi, con piccoli serpentelli che arrivano sulla terra, s’infilano attraverso le orecchie negli esseri umani, ne prendono possesso cominciando da lì la loro occupazione del pianeta a suon di orrore e splatter. Ma uno degli invasori non riesce a infilarsi nelle orecchie di un adolescente perché sono ostruite dalle cuffie, è costretto a ripiegare sul braccio della vittima e finisce così per impadronirsi della sua mano ma non della sua mente, innescando una forzata convivenza.
Dal momento in cui scatta questo rapporto, “Parasyte” comincia a diventare un film sull’ibridazione, sull’inevitabile processo di interazione che viene a stabilirsi tra invasori e invasi. Mentre gli alieni s’impadroniscono dall’interno degli esseri umani, li sbranano, cercano di governarli vincendo le elezioni e facendo leggi a proprio vantaggio, il mostriciattolo è costretto a fare i conti col suo ospite adolescente, mentre quest’ultimo assorbe a poco a poco l’insensibilità e la durezza dell’invasore del suo corpo.
La simbiosi che a poco a poco viene a crearsi tra Shinichi (il ragazzo) e Migi (il parassita) può naturalmente caricarsi di tanti significati e dare origini alle più svariate morali della storia. Ma soprattutto è il punto critico in cui i generi si mescolano, scivolano impazziti nelle più diverse direzioni, schizzano dall’orrore alla commedia. Tutto restando però nell’ambito di un esercizio dal divertimento calcolatissimo: ormai padrone della macchina da box-office, Yamazaki lavora sugli incroci già noti più che avventurarsi verso nuove direzioni, ma lo fa con vitalità e ironia.
(renato venturelli)