di Stefano Petrella.
Un viaggio della memoria nelle sale di Genova del 1914 può facilmente trarre in inganno un osservatore superficiale: i cinema riportati nella colonnina degli spettacoli dei quotidiani sono ancora decisamente pochi e non molti di più sono quelli che scelgono di farsi pubblicità con inserzioni, ma ad uno sguardo più attento che prenda in esame le varie fonti disponibili le cose non stanno davvero così.
Proviamo a vedere più da vicino.
La SIVORI, dove tutto era cominciato, si è trasformata ormai da qualche anno in Cinematografo REALE, dopo avere nei primi tempi esitato a farlo.
La stessa strada ha seguito – fin dal 1902 – il GIARDINO d’ITALIA, ameno e frequentatissimo caffè teatro (all’aperto e al coperto) antico quasi come il Parco dell’Acquasola vicino al quale si trova; non si trasformerà mai esclusivamente in cinematografo, ma è stato tra i primi ad offrire stabilmente proiezioni abbinandole ai suoi spettacoli, in anni in cui non esisteva ancora quasi nessun altro locale a farlo.
Ma lo spazio più importante da quelle parti (con i suoi quasi 2000 posti) è quello del Politeama GENOVESE che proprio nel 1914 si trasforma in Teatro CINES ed inizia ad ospitare – accompagnate da un’orchestra di ben 40 elementi – le prime delle pellicole più importanti, a partire da “Cabiria”; il cinema vi aveva fatto apparizioni precoci e significative, ma saltuarie, per cominciare davvero ad impiantarvisi soltanto un paio di anni prima.
In Via XX Settembre, che fin da inizio secolo si è andata riempiendo di locali di ogni tipo, incontriamo:
– il BORSA di Del Vigo, dotato di due sale in cui si proietta lo stesso programma e situato a fianco del Verdi, in una parte degli spazi che fino al 1911 ospitavano il Caffè Concerto Bavaria (dove Aidano Schmuckher indicava la passata esistenza di un cinema dal doppio schermo);
– il CENTRALE di Giacinto e poi di Stefano Pittaluga, dalle parti dell’attuale Mc Donald, tra i primi a veder stabilmente riportati i propri programmi;
– l’ITALIA (erede dei precedenti Genovese e Roma) all’incrocio con Via Porta d’Archi e Salita del Fico, probabilmente dove oggi c’è Stefanel;
– il popolare e frequentatissimo MASSIMO, all’inizio della strada nello spigolo del Palazzo delle Cupole, oggi occupato da un’agenzia bancaria;
– il MIGNON, genericamente indicato sotto i portici;
– il MODERNO di Giuseppe Bertino (forse il più antico, visto che la sua avventura è iniziata tra il 1901 e il 1902), costretto a spostarsi due anni prima dai fondi oggi della Galleria Rotta in uno spazio attiguo al piano della strada, dove si proiettano in quel periodo le films dal vero dell’Esposizione Coloniale in corso di svolgimento e molte altre girate a Genova continueranno a passare;
– il PARIGINO di Ferdinando Reiter e Stefano Pittaluga vicino all’Universale all’angolo con Via di Rivo Torbido (oggi Via Fieschi);
– il REGINA ELENA ricavato da Arturo Castaldi nel 1912 (poco più in basso del Verdi) da un suo precedente negozio di abbigliamento, costretto a chiudere a causa di un incendio e in grado di riaprire soltanto l’anno successivo;
– il SEMPIONE di Cebrelli e Canepa, dalle stesse parti dell’Italia, ma vicino al Ponte Monumentale, quasi certamente negli spazi che oggi sono del negozio di abbigliamento “Oltre”;
– l’UNIVERSALE di Carrino che ha già conosciuto due ristrutturazioni, viene dato capace di 600 posti a sedere, due numeri rossi più in alto di dove si trasferirà alla fine degli anni ’30; il suo ingresso è angusto rispetto a quello monumentale che ricordiamo e oggi ospita la Libreria Mondadori, ma è già tra i più importanti e propone con grande successo un “Nerone e Agrippina” della Gloria Film girato negli studi di Pegli;
– il XX SETTEMBRE di Pietro Rocca, all’angolo con Via San Vincenzo dove ora c’è il negozio “Sutorius”.
Purtroppo, soltanto degli ultimi due e del Massimo ci rimane qualche immagine.
Tra i misteri da chiarire: se l’IDEAL che si trovava fino all’anno prima all’angolo tra il civico 29 e Via Portoria sia ancora attivo nel 1914, se lo sia l’IRIS (segnalato tra il 1907 e il 1912) e dove si trovi di preciso e se il MIGNON non sia uno di questi che ha cambiato nome.
Molti sono piccoli e chiuderanno entro il 1920 lasciando il posto a quelli che per ben più di mezzo secolo trasformeranno Via XX Settembre nella strada dei cinema e dei teatri.
Il grande avvenimento del 1914 è infatti l’inaugurazione del Cinema Teatro ORFEO con “Tormenta (il romanzo di un mozzo)” di Leonce Perret alla fine di dicembre. Ricavato (scavando nella roccia) in prossimità del Ponte Monumentale alla fine dei portici sottostanti la zona di Santo Stefano, non grandissimo (anche allora ha 800 posti), ma riccamente decorato e arredato, dotato di palchi, di una doppia galleria e di uno spettacolare ingresso a tre volte che per anni farà bella mostra di sé sulle pubblicazioni nazionali come esempio di eleganza.
A farlo costruire – contro la volontà del Comune che avrebbe preferito al suo posto dei negozi – è il gioielliere Luigi Burlando, anche produttore l’anno successivo di uno dei due film su Balilla che vengono realizzati a Genova. Circa 90 anni dopo il Comune (da sempre proprietario dei muri) si è preso la sua discutibile rivincita alienandolo e concedendolo a Benetton, ma il Megastore che quest’ultimo vi ha realizzato ha avuto vita molto più breve di quella del cinema.
Nei pressi di Via XX Settembre c’è poi il VERNAZZA, aperto da Luigi Malagò verso la fine del 1913 con Lyda Borelli e “Ma l’amor mio non muore”. Dotato (per il momento) di sola platea, tutta comodamente disposta in discesa, con lo spazio per l’orchestra sistemato in fondo alla sala vicino alla cabina di proiezione e capace di 1000 posti, diviene subito uno dei più importanti e frequentati e lo rimarrà fino all’avvento del sonoro. Sul suo schermo nel primo periodo molti film francesi di produzione Gaumont, tra cui i “Fantomas” di Feuillade, ma anche un “Florette e Patapon” di Mario Caserini girato a Genova.
In Via Fieschi c’è lo STELLA (forse l’Iride del 1911 e 12 che ha cambiato nome).
Più spostati verso il centro storico il CARLO FELICE (cioè l’odierno City) e il GARIBALDI di Malagò; due sale centenarie ancora in attività.
Proprio dal secondo era iniziata nel 1912 l’avventura di Malagò, capace in due anni di organizzare un suo circuito di sale, in cui la più importante era il Vernazza mentre le altre operavano da seconde visioni.
Acquisito negli anni ‘70 dal Comune e re-intitolato Sala PIETRO GERMI nel 1994 (su proposta dell’Arci e del Sindacato Critici) fu poi trasformato in Auditorium (ancora dotato di cabina di proiezione) e ha ospitato molte tra le più importanti rassegne e iniziative della Cineteca Griffith.
Oggi però versa in pessime condizioni e ha perso la bella intitolazione al regista genovese.
Sarebbe un minimo segno di decenza – nel centenario della sua nascita – che il Comune la ripristinasse e che provvedesse con urgenza a lavori che impediscano la rovina definitiva della sala .
Sempre nel Centro Storico il DELLA MARINA in Via Madre di Dio, l’ottocentesco Teatro APOLLO (in Borgo dei Lanaiuoli) che si sta trasformando in cinema teatro e il piccolo SAN GIORGIO (per un periodo Vittoria) in Vico Semino, molto vicino a dove oggi si trova il Chiabrera.
Ci sarebbe qualcosa da dire dei teatri, ma al MARGHERITA di via XX settembre il cinema fa apparizioni non molto frequenti, al PAGANINI di via Caffaro sembra volersi impiantare nel 1913, ma poi (per vari motivi) non lo farà stabilmente, e al CARLO FELICE è stato presentato il “Ballo Excelsior” di Luca Comerio, ma il cinema poche altre volte arriva.
L’altro grande avvenimento del 1914 è naturalmente l’Esposizione Coloniale che si tiene nella zona della Spianata Bisagno e lascerà in eredità alcune strutture: una è lo STADIUM che fin dall’estate precedente ha iniziato ad ospitare proiezioni all’aperto, che proseguiranno per molti anni (anche dopo il suo smantellamento); l’altra è il magnifico TEATRO dell’ESPOSIZIONE realizzato da Gino Coppedè che ospiterà anche spettacoli cinematografici e la terza è l’ANDREA DORIA di Piazza Francia, progettato (e probabilmente costruito) qualche anno prima, utilizzato come struttura espositiva e attivo in seguito come cinematografo; si trovava più o meno dove oggi è il Palazzo dell’INPS.
Sulla direttrice di Corso Buenos Ayres insieme all’ALHAMBRA di Malagò (più piccolo dell’attuale Odeon e in origine un teatro all’aperto) ci sono il COLOMBO in Via Antiochia (probabilmente l’Orientale che ha cambiato per qualche tempo nome e gestione) e il TREBISONDA, mentre il TOMMASEO si aggiungerà l’anno successivo; più spostati verso la Foce il Cinema Teatro Varietà A MARE (segnalato in Piazza del Popolo) e un Cinematografo VERDI in Via Carlo Barabino.
Nella zona di Principe almeno dal 1909 operano l’ELDORADO (il futuro Cinque Maggio di Via Prè) e il PRINCIPE (già Eden e in seguito Astra e Gioiello) di Via Balbi, uno dei più antichi tra quelli ancora in attività insieme alla Sivori e all’Odeon.
A San Teodoro c’è l’ANDREA DORIA di G.B. Stagnaro, all’angolo tra Via Fassolo e Salita San Francesco da Paola, dove oggi si trova un negozio di serramenti.
A San Fruttuoso il Cinematografo THE WORLD di Emilio Schenone e Armando Verguttini, un padiglione di legno in Piazza Martinez.
A Marassi lungo Via Canevari troviamo ben tre locali: il CASTELFIDARDO (vicino al Ponte di Sant’Agata), il RADIUM (poi Roma), dove più tardi sarà costruito l’Alcione e l’ALFIERI nei pressi di Piazza Romagnosi.
In Via del Piano è segnalato il NUOVA ITALIA, proprio dove qualche anno dopo sarà attivo il Genova, ma non sappiamo se si tratti dello stesso locale.
A San Martino c’è notizia di un Cinematografo EDISON (forse precursore del San Martino) e poco oltre – in Via Borgoratti – c’è il Cinema Teatro BORGORATTI.
In Albaro proiezioni si tengono presso il Teatro del LIDO; verso il 1915 è segnalato un Cinema RODI, che potrebbe trovarsi da quelle parti, ma non ne sappiamo nulla di preciso.
Uscendo dai confini comunali di allora, a Sampierdarena troviamo un parco sale già abbastanza nutrito.
Dalla fine del 1912 ci sono il DANTE (l’attuale Eldorado) e il Cinema Teatro CENTRALE, un bel locale (all’inizio dell’attuale Via Cantore) dotato di spazi all’aperto che ha preso il posto della Palestra e del Velodromo della Società Nicolò Barabino, decisamente uno dei luoghi cinematografici più antichi di Sampierdarena, visto che tra il 1903 e il1908 ha ospitato in numerose occasioni gli spettacoli dei cinema ambulanti.
Lo SPLENDOR di Stefano Frugone occupa ancora gli spazi angusti sul lato mare della Piazza Ferrer, ma è attivissimo e lo stesso Frugone gestisce le programmazioni cinematografiche del Teatro MODENA, dove quell’anno arriva il “Kinoplastikon”, uno dei primi esperimenti di cinema in rilievo.
Il POLITEAMA SAMPIERDARENESE è stato completamente ristrutturato l’anno prima, nel 1913, ed inizia ad ospitare il cinema sempre più spesso.
Lì vicino – in Via Stefano Canzio – c’è il piccolo SEMPIONE (già Popolare e Ideal) e nel giugno di quell’anno si inaugura il Cinema Teatro MAMELI di Pittaluga e Molinari che prende il posto del precedente VOLTA e con i suoi 700 posti diventerà per molti decenni il locale più importante (insieme allo Splendor).
In zona San Martino – Campasso ci sono l’EDEN e il VERDI: quest’ultimo riapre dopo una lunga chiusura per inagibilità e una necessaria ristrutturazione e aggiunge in quel periodo la sigla “Cinema Teatro” (ma le proiezioni vi erano cominciate già prima del 1910).
Compare ancora (in alcuni elenchi) l’ODEON che i quotidiani riportavano spesso un paio di anni prima, non si sa di preciso dove fosse, ma alcune pubblicazioni lo indicano in Via de Marini.
Proiezioni sono segnalate anche presso il Teatrino DON BOSCO, non si tengono nello stesso spazio del locale di oggi, ma sono comunque significative di una presenza del cinema ormai centenaria da quelle parti.
A Rivarolo i cinema di cui abbiamo notizia nel 1914 sono il COLOMBO, il FULGOR, il MANZONI, il PARINI, il Salone TRIPOLI e il VERDI (presso un caffè birreria nell’attuale Piazza Petrella). A Teglia il Cinema Teatro EXCELSIOR dei Fratelli Assereto (gestori di ben 3 Ideal e di un altro locale tra Voltri, Pontedecimo, Gavi e Ronco Scrivia).
Ma probabilmente non sono tutti, ve n’erano di precedenti forse già cessati (l’ALHAMBRA, il Teatro POLITEAMA MARGHERITA, lo STELLA POLARE…) e la storia della delegazione nei primi anni è ricchissima di luoghi di proiezione, tanto da far supporre che anche la presenza dei cinema ambulanti sia stata significativa e che una ricerca più approfondita darebbe risultati molto interessanti.
A Bolzaneto all’IRIS (in Via Unione) e al RADIUM di Stefano Crosa (un baraccone in Piazza Rissotto) si è aggiunto dal novembre del 1913 il Cinema Teatro VERDI: ancora sistemato in una sede provvisoria all’interno di un padiglione, ma giudicato già capace di 1300 posti (la metà a sedere) e decorato da Evasio Montanella. Fu fatto costruire da Tagliafico e Morando (proprietari dell’Iris) ed inaugurato con una serata verdiana, abbinata a proiezioni (purtroppo imprecisate) e a numeri di varietà di Romolo Bonino: quasi un’anticipazione di quello che sarà il futuro di questo locale sempre diviso tra attività cinematografica (per molti anni prevalente), musicale e teatrale.
Ristrutturato e riaperto nel 2007 è ancora orgogliosamente attivo come Teatro Rina e Gilberto GOVI.
A San Quirico c’è il MODERNO (che più avanti si chiamerà Splendor); a Pontedecimo il TRIPOLITANIA dei Fratelli Candelo e in Via Roma l’IDEAL degli Assereto e di Ettore Zipoli.
A Cornigliano troviamo l’HELIOS in Via della Marina (oggi Bertolotti), il misterioso IREOS, il MARGHERITA in Via Regina Margherita (oggi Gattorno) e l’anno successivo si aggiungerà il Parrocchiale GYMNASIUM.
A Sestri Ponente l’ITALIA, l’ELDORADO (in Via Aurelio Saffi), il POPOLARE, il SESTRESE e il Teatro VERDI, segnalato nel 1915 anche come sede e teatro di posa dell’effimera Helvetia Film di Oreste Covini, ma è probabile che ve ne siano altri.
A Pegli in Via Sabotino il VARIETA’ (futuro Andrea Doria) e all’inizio di Via Opisso il MODERNO, c’è quasi certamente anche il MONDIALE e poco tempo prima era segnalato l’IRIS.
A Prà c’è il FULGOR.
A Voltri (in Via Garibaldi) un altro IDEAL e il Teatrino delle ASSOCIAZIONI CATTOLICHE, non distante da Villa Duchessa di Galliera.
Tra Molassana e Struppa le notizie scarseggiano, ma il SAN GIOACHINO ha iniziato ad offrire spettacoli cinematografici da almeno da due anni.
A Sturla in Via dei Mille nei pressi di Villa Gentile dal 1908 c’è l’AURORA di Schenone.
Su Quarto sono poche le notizie, ma nel 1909 vi era stato inaugurato il Cinema Teatro SPLENDOR in Via Regina Margherita (la futura Via Rossetti), presto scomparso dalle (scarne) cronache di allora.
A Nervi sono attivi già da qualche tempo il VERDI e il NERVI.
Come possiamo vedere il cinema nel 1914 – nonostante l’incombere della guerra – era in una fase di grande ottimismo e di fortissima espansione e già in grado di raggiungere la maggior parte dei quartieri e delle località periferiche, in molti casi un secolo dopo ridotte ad un mortificante deserto di offerta di occasioni di spettacolo e divertimento.
L’elenco è comunque incompleto e di troppi locali manca un indirizzo con il numero civico che ci permetta di individuarli con esattezza.
Si pensi a quelli che si trovavano nei primi anni sotto i portici di Via XX Settembre, di cui pare inverosimile non esistano immagini e non siano recuperabili maggiore documentazione e manifesti e locandine d’epoca, che in altre città vengono conservati in buon numero da Cineteche e Archivi.
Dovremmo farlo con grande impegno prima che sia troppo tardi e fare lo stesso anche per i teatrini e i luoghi di spettacolo minori.
E’ probabile d’altra parte che molto possa essere ritrovato grazie a quanti stanno cercando di ricostruire la memoria storica del nostro territorio e reso disponibile (se si avrà la pazienza di cercarli e di interpellarli) dai familiari di cinematografisti, produttori, impresari ambulanti, proprietari ed esercenti di quel lontano periodo, alla cui visionaria e lungimirante capacità di intuire che “il cinema non era un’invenzione senza futuro” dobbiamo davvero molto.
Si ringraziano molto per la collaborazione e la consultazione dei materiali: la Cineteca Griffith, Federica Terrile, Maria Cecilia Troiano, la Biblioteca Universitaria, gli Archivi Storico e Fotografico del Comune di Genova e l’Archivio della Camera di Commercio.
(stefano petrella)