di Antonella Pina.
Il Festival del Cinema Americano di Deauville ha compiuto quarant’anni. Gli ospiti invitati per celebrare questo importante anniversario e per promuovere i film in programmazione nella sezione Les Premiéres, hanno mandato in delirio il pubblico della cittadina normanna: Pierce Brosnan per The November Man; Mick Jagger, produttore di Get on up di Tate Taylor, sulla vita decisamente non facile di James Brown; Jessica Chastain per l’opera prima di Ned Benson, The Disappearance of Eleonor Rigby: Them; Mike Ferrell per Anchorman 2:The Legend Continues; Ray Liotta per Sin city: A Dame to Kill For.
A questi ultimi tre attori, presenti a Deauville per la prima volta, la città, con la consueta cerimonia di rito, ha dedicato la cabina sulle planches: la Walk of Fame normanna affacciata su una delle più belle spiagge dell’Atlantico. Un piccolo incidente occorso a Liotta – il nome scritto sulla cabina a lui dedicata apparteneva ad un altro – ha dato alla cerimonia un brio particolare.
Ray Liotta è un uomo decisamente simpatico, dal fascino un po’ inquietante, forse per quegli occhi azzurri e freddi che rendono il suo sguardo glaciale anche quando sorride. Nella conferenza stampa ha raccontato ai giornalisti l’inizio della sua carriera: come sia stata casuale la scelta di diventare un attore e come sia cambiato negli anni il suo modo di dare vita ai diversi personaggi. In principio si trattava di uno studio accurato e profondo poi, con il passare degli anni e il crescere dell’esperienza, ha capito quanto sia importante lasciarsi andare all’immaginazione. Il personaggio più difficile, quello per cui ha provato perfino una sorta di sofferenza fisica, è stato Henry Hill, ed è per questa ragione, al di là del valore della pellicola, che Liotta ha definito Goodfellas di Martin Scorsese il film più importante della sua carriera.
Antonella Pina