Una strega cattiva (ma bellissima), una principessa bellissima (ma bellicosa) e un cacciatore (bello e torbido) che, per la prima volta, non ha un viso e un ruolo insulso, ma diviene centro della storia. Questi gli ingredienti di Biancaneve e il Cacciatore, film di Rupert Sanders che rilegge in chiave gotica la favola resa nota da Walt Disney nel 1937. Accompagna le gesta parecchio eroiche della pulzella la partitura realizzata da James Newton Howard dai toni, ça va sans dire, epici e bellicosi che ricordano, sino allo sfinimento, le arie della trilogia Il Signore degli Anelli (scritte da Howard Shore) e riecheggiano lo stile di Hans Zimmer (d’altronde il compositore ha lavorato proprio con Hans Zimmer per le musiche di Batman Begins e de Il Cavaliere Oscuro).
Ma il romanticismo dov’è andato a finire? Verrebbe da dire che è scomparso, così come sono scomparsi alcuni passi salienti della storia, assorbita da ben più proficui effetti speciali. Durante il film, l’unica canzone che si può udire è “Gone”, cantata da Ionna Gika, mentre sui titoli di coda scorre “Breath of Life” di Florence + The Machine (è lo stesso brano utilizzato nel trailer del film). Molta, forse troppa parte di questa partitura pare farcita con materiale di riempimento leggero…ma un leggero furbetto, che sa premere i tasti giusti per intrattenere e, occasionalmente, affascinare. Non fa per voi se pensate di venir avvolti da quel senso di magia che Biancaneve dovrebbe rammentare. Se invece all’abito lungo preferite l’armatura, allora questo è il sottofondo ideale prima della battaglia.
(di Barbara Zorzoli)