“Pinocchio” di Enzo d’Alò


pinocchioPinocchio è come ognuno di noi: cerca confusamente la strada per la felicità. Ma anche Geppetto è uguale a tanti, perché cerca di modellare un figlio secondo le sue aspettative e poi rimane deluso”. E’ nel segno del rapporto padre/figlio il Pinocchio di Enzo d’Alò, che ha inaugurato le “Giornate degli Autori” a Venezia. Oltre dieci anni di gestazione e il meglio della creatività italiana per un film d’animazione poetico, ipercolorato e soprattutto fedele allo scritto di Collodi. La sceneggiatura, firmata dallo stesso d’Alò in coppia con Umberto Marino, “per la prima volta mette in campo tutti i personaggi originali”, precisa il regista, “anche se il perno su cui ruotano gli avvenimenti è il rapporto tra Pinocchio e Geppetto”.
Il tratto originale di Lorenzo Mattotti, illustratore di fama internazionale, regala alle immagini echi illustri: per le colline toscane, i cieli pennellati di nuvole e i tratti morbidi dei protagonisti l’artista si è ispirato alla pittura italiana dell’Ottocento, ma anche al Beato Angelico e al Futurismo. “Ho preso la nostra memoria culturale e l’ho unita alla mia personale visione”, ha spiegato Mattotti, “creando immagini lontane dagli stereotipi americani o giapponesi cui siamo abituati. Il risultato è comunque contemporaneo e carico di energia”. Tanto da rendere sofisticato e godibile anche per gli adulti un film destinato ai più giovani.

Il richiamo alla cultura antica non ha impedito l’utilizzo delle tecnologie più avanzate: “tradurre lo stile grafico di Mattotti in digitale non è stato facile”, ha spiegato d’Alò. “Siamo stati i primi in Europa ad avvalerci del software messo a punto della Compagnia canadese Toon Boom”. Il digitale è stato l’unico aspetto del film a non aver appassionato Lucio Dalla, che per tre anni ha lavorato con gioia alla composizione delle musiche, ultimandole poco prima di morire. “Come già era successo con Paolo Conte per “La Freccia Azzurra””, ha ricordato d’Alò, “ho coinvolto Lucio fin dall’inizio, la sua musica ha preceduto gli storyboard e ha ispirato la creazione dei personaggi”. Ne è nata una colonna sonora raffinata, con numerosi richiami a Rossini e Nino Rota, ma anche popolare grazie alle contaminazioni con l’hip hop e il charleston. Di Lucio Dalla sono anche gli assoli di clarinetto e la voce del Pescatore Verde (altri doppiatori sono Rocco Papaleo e Paolo Ruffini).
Nei cinema a Natale con Lucky Red.

(di Maria Francesca Genovese)

Postato in Festival, Festival di Venezia.

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