Anche quest’anno, per la sua 38 edizione, il Festival del Cinema Americano di Deauville ha avuto un programma ricco di eventi collaterali. Gli omaggi, con relative retrospettive, sono stati dedicati a Paula Wagner, Melvin Van Peebles, Liam Neeson, Harvey Keitel, Salma Hayek e William Friedkin.
Di Friedkin è stato proiettato, in anteprima, il suo ultimo film, Killer Joe, presentato lo scorso anno alla Mostra del Cinema di Venezia ma non ancora distribuito in Francia, e neppure in Italia. Un grande ritorno per il regista di French Connection: un thriller violento e kitsch, pervaso di macabro umorismo, che Friedkin ha paragonato ad una sorta di rivisitazione della fiaba di Cenerentola, dove il principe azzurro è uno strepitoso Matthew McConaughey nei panni di Joe, un poliziotto sadico e assassino con un personalissimo ma profondo senso della famiglia, mentre Cenerentola è Dottie: poco più di una bambina, psicologicamente fragile, interpretata da una Juno Temple terribilmente sensuale, che i familiari – una famiglia dal rassicurante cognome Smith – cedono a Joe come pegno per un pagamento futuro.
Lo sguardo di Friedkin e di Tracy Letts – sceneggiatore e autore del testo teatrale – sulla famiglia americana è di un cinismo davvero ragguardevole. Attendiamo Killer Joe nelle sale italiane.
Segnaliamo inoltre la rassegna Le docs de l’Oncle Sam, una selezione di undici documentari che raccontano eventi o personaggi della società americana, …”al fine di poterla comprendere meglio”, tra questi ricordiamo Method to the Madness of Jerry Lewis di Gregg Barson, sulla vita straordinaria di questo attore, regista, sceneggiatore, produttore, compositore, inventore…e sulla sua storia d’amore con Dean Martin: una delle coppie più amate dagli americani ormai consegnata alla leggenda; Into the Abyss di Werner Herzog dove viene ricostruita una vicenda di ordinaria follia americana: nel 2001, nel piccolo centro di Conroe in Texas, tre persone – una donna, suo figlio e un amico di lui – vengono uccise per mano di due giovani di diciannove anni determinati a rubare una macchina, una Camaro rossa. Arrestati pochi giorni dopo, uno di loro viene condannato a morte e poi giustiziato. Herzog intervista i parenti delle vittime, la polizia locale e i due assassini pochi giorni prima dell’esecuzione; Ethel di Rory Kennedy, sulla vita di Ethel Kennedy, moglie di Robert F. Kennedy: il racconta di una donna, della sua numerosa ed importante famiglia e di una pagina inquietante della storia degli Stati Uniti; e Room 237 di Rodney Ascher, un omaggio ironico ed irreverente a Stanley Kubrick che i pochi ma agguerriti detrattori del grande regista inglese apprezzeranno molto.
(di Antonella Pina)