Si è conclusa sul palcoscenico della sala Modena la sesta edizione della rassegna “Lunedì FEG / Le parole tra noi” promossa dalla Fondazione Edoardo Garrone. Nella splendida cornice del Teatro dell’Archivolto la giornalista Giovanna Zucconi ha dialogato per un’ora con Laura Morante che con il film Ciliegine ha da poco esordito alla regia. Ma non solo.
“E’ il primo film che dirigo –confessa sorridendo l’attrice- non proprio uno dei primi che mi vede alla sceneggiatura, ma soprattutto l’ultimo da produttrice perché è stato un inferno!”. Sceneggiatrice, regista, coproduttrice e protagonista, Laura Morante con Ciliegine fa “il grande salto” dopo una carriera brillante iniziata 32 anni fa sul set di “Oggetti smarriti” di Giuseppe Bertolucci. Alle sue spalle un’infanzia trascorsa in una famiglia numerosa (è la sesta di otto figli), un padre accanito lettore, una nonna un po’ strega e una zia che porta il nome di Elsa Morante. Poi un’ottantina di film (“Confesso che ho vissuto” ammette la Morante citando Neruda) e di fronte a sé una nuova sfida: “Molti hanno criticato il titolo che ho scelto –spiega l’attrice- ma io lo volevo così, leggero, perché il film è una parodia della commedia romantica e della commedia degli equivoci e i suoi personaggi sono un po’ stupidi. Qualcuno li ha paragonati ai Peanuts, ma c’è una differenza: nella striscia i protagonisti sono bambini che parlano da adulti, nel film, adulti non proprio cresciuti”.
La commedia, sugli schermi dal 13 aprile, narra di Amanda, editor che odia i bestseller e gli uomini, o meglio, li teme. Lasciato l’ennesimo fidanzato dopo un litigio per una ciliegina sulla torta, Amanda incontrerà Antoine (Pascal Elbè) che si fingerà gay pur di starle accanto. “Il film è pensato per un pubblico femminile: ero stanca di un cinema che indaga solo i problemi, le sofferenze, le nevrosi maschili. Le donne sono sempre rappresentate o come intollerabili o come angeli, io ho voluto raccontare una donna all’apparenza insopportabile, ma alla quale ci si dovrebbe affezionare”.
Ciliegine è stato definito un film molto italiano dai francesi e un film assolutamente francese dagli italiani… “La verità è che è stato scritto in Italia, preparato e girato in Francia, il montaggio è stato fatto in Italia e il missaggio in Francia”. E in tutto questo la Morante doveva essere sempre presente almeno in uno dei suoi quattro ruoli, proprio come l’Elastigirl degli Incredibili, personaggio Pixar da lei doppiato: “Sì è stata dura, ma molto divertente. Avevo un cast eccezionale e ho potuto sperimentare il mio modo di dirigere che non è raziocinante, se un attore lavora con l’intelletto è finita perché si vedono le intenzioni. Non credo all’approccio psicologico al personaggio, è più una danza, una musica”. E proprio sulle note di Tous les garcons et les filles di Francoise Hardy, canzone francese scelta dall’attrice per una scena del film, si conclude l’ultimo appuntamento dell’anno con Giovanna Zucconi e i suoi ospiti con l’augurio di ritrovarsi nella prossima stagione.
(di Chiara Persico)