La memoria del cuore, diretto da Michael Sucsy, è uno di quei film che uno non sa se andare a vedere o meno: la trama, infatti, lascia intuire fiumi di lacrime. L’intera vicenda ruota intorno ad una coppia di neosposi che rimangono coinvolti in un incidente d’auto da cui escono sì vivi, ma la moglie riporta un’amnesia e non ricorda né il matrimonio né il marito che, da perfetto innamorato, si impegna a conquistarla ancora una volta. A dar voce, in note, a questa storia struggente, ça va sans dire, non poteva che esserci una donna, la compositrice britannica Rachel Portman (Haslemere, 11 dicembre 1960), nota per essere stata la prima donna ad aver vinto l’ Oscar per la migliore colonna sonora, quella del film Emma, del 1996. Autrice di score di pellicole di successo, tra cui Le regole della casa del sidro, Chocolat, Oliver Twist, La duchessa e Non lasciarmi, Never let me go, la Portman, essendo una veterana ‘in campo romantico’, in questo caso ha intelligentemente optato per un commento sonoro piuttosto intimo. Per raggiungere lo scopo le è stato sufficiente far prendere una piega inaspettata allo score. Quello che si percepisce dall’ascolto della prima metà del CD, infatti, è uno studio approfondito dei due protagonisti; è come se, durante lo sviluppo dei temi dedicati al personaggio femminile, la Portman si fosse resa conto che, per rappresentare il protagonista maschile, necessitava di un contrappeso stilistico. Ed ecco il coup de théâtre: la Portman chiede ausilio al compositore canadese Michael Brook, che darà al protagonista una personalità a base di chitarra (seconda metà della partitura). Brook, anche se ha contribuito ad alcune partiture di Hans Zimmer e ha scritto lo score di An Inconvenient Truth di Al Gore, non è un nome molto conosciuto all’interno della comunità dei compositori per musica da film. La sua esperienza con le chitarre di tutte le varietà, però, è stata fondamentale nel conferire un tocco maschile alla partitura, che risulta così una miscela di romanticismo urbano (la sensibilità melodica e strumentale della Portman domina quasi la totalità del paesaggio sonoro) e di chitarra acustica. Della serie: l’unione fa la forza.
(di Barbara Zorzoli)