Avviso: l’abbondanza di ripetizioni del termine Amico/amici che adotterò in questo articolo non è indice di scarsa conoscenza del lessico, ma è strategia comunicativa assolutamente voluta, pura ridondanza alla Queneau, tanto per far vedere che la cultura ce l’abbiamo in borsa.
Questo pezzo gronda miele più che un romanzo di Moccia, tanto per far vedere che flirtiamo anche con la cultura popolare. Sono più estatico di Benigni quando legge Dante o palpa Raffaella Carrà e ammetto: sono di parte, ammetto che uso questa rubrica che l’amico Renato mi ha concesso per incensare gli amici e gli amici degli amici, ammetto, sono mafioso, clientelare, familista. Ammetto, confermo. Gli amici prima di tutto!
Ma il fatto che una persona unica, che poi è molto più di un amico, come Lorenzo Vignolo torni a dirigere un film dopo un po’ di anni da Tutti all’attacco, mi rende euforico, dunque l’11 maggio esce con un buon numero di copie: “workers – pronti a tutto”, scritto dall’altrettanto amico Stefano Sardo, fotografato da (potevate dubitarne) l’amico Paolo Bellan ed interpretato dagli amiconi Pulci e Bianchi, dal fraterno amico Andrea “Marti” Bruschi e da alcuni altri nomi di gran classe: Pannofino, Briguglia, Molteni; un irresistibile Frassica (Nino Frassica è uno dei grandi attori italiani che inspiegabilmente non hanno il successo che avrebbero meritato…) e Dario Bandiera, Nicole Grimaudo, Alessandro Tiberi e altri.
Insomma, nomi grossi, film da pubblico, comico e intelligente e poi, signori, che tempismo, nel momento in cui l’Italia si ripete alla noia il numero 18, nel senso dell’articolo di legge… ecco il film sul precarissimo mondo del lavoro, e sull’agenzia interinale workers, gestita da Pulci e Bianchi in stato di grazia che offre nuove professioni e opportunità: tipo truccare i cadaveri, pulire i bidet, assistere un paraplegico sadico: è la flessibilità, baby, è il mondo del lavoro che piace alla Fornero.
In tre episodi, legati da, appunto, l’agenzia del nostro duo Miki e Lesh, tre terrificanti esempi di cosa aspetta i nostri giovani che accedono alla professione: In Badante, Tiberi deve assistere il terribile invalido Pannofino, volgare , sordido, incallito pokerista portato ad ogni eccesso, in Cuore toro Bandiera per amore di una commessa si finge chirurgo ma in realtà è l’addetto alla raccolta dei cosiddetti fluidi vitali di un toro da monta he forse nutre per lui una passioncella… mentre ne Il trucco Nicole Grimaudo, appunto truccatrice affronta la crisi del settore e si ricicla per conto del becchino Luis Molteni come make up artist per cadaveri, salvo dover impersonare per via di una straordinaria somiglianza la figlia morta del boss mafioso latitante intrepretato da Frassica.
Si ride amaro, ma si ride di gusto, e torna finalmente il binomio tra la commedia che parla della nostra società e che fa riflettere su quanto male si vive e quanta miseria si nasconde nella nostra piccola congrega, roba che, complici panettoni e commediacce mal pensate e mal fatte sembrava proibita nella nostra cinematografia e che invece aveva fatto la fortuna del cinema italiano in passato.
Tanto per esemplificare come non pensare ai film ad episodi di Risi e Monicelli? Ad una specie di “Mostri” 2012? Lorenzo ha sempre avuto una vena leggera, comica, anche molto surreale, che ha accompagnato con un magistero tecnico che ne fa, pur ancora giovane, uno dei registi italiani più preparati e competenti, è stato ed è una star del videoclip, ed ora ha la sua prima vera possibilità al cinema dopo tanta attesa e tanto patimento. Di cuore, in bocca al lupo.
E infine un auspicio ed un augurio: chi non andrà in sala a vedere Workers gli pigliasse (che je pijasse, nell’originale) lo scorbuto, andate, divertitevi e ringraziate che c’abbiamo Lorenzo , sperando che questo ritorno lo porti dove merita, tra i migliori. E che gli amici facciano sempre più film.
(di Giovanni Robbiano)