Distribuire i propri lavori audiovisivi anche via web sta diventando una pratica sempre più diffusa tra i giovani aspiranti registi, italiani e non solo.
È quello che è successo a David Valolao, giovanissimo cineasta di Genova, che ha trasmesso i suoi medio e cortometraggi (Exit, L’incubo, Blackout: The Series) su internet e più precisamente sul sito www.triadproduction.it.
La sua ultima fatica, Blackout: The Series, è stata però proiettata e presentata anche nelle sale, grazie a due serate dedicategli nel mese di gennaio al The Space Cinema di Genova e all’Ariston di Sestri Levante.
Della serie web per ora è stata realizzata una sola puntata – le riprese ricominceranno a luglio – girata interamente in Liguria, ma con un cast proveniente da tutta Italia.
Quattro protagonisti che si ritrovano in un futuro apocalittico non troppo lontano, il loro passato, la vicenda che collega i loro destini: questi sono gli elementi principali della trama di Blackout, un soggetto che fa già capire che ci troviamo nell’area del thriller e della fantascienza.
Non è un caso che a David Valolao sia stato consigliato di realizzare i propri lavori all’estero, affermando che in Italia prevale la commedia e che quindi c’è poco spazio per il cinema di genere.
Anche se la tesi è in parte vera, credo che in generale la nostra cinematografia abbia bisogno per rivitalizzarsi anche di registi che si dedichino all’horror e al thriller, continuando così una tradizione che in Italia esiste, basti pensare ai vari Dario Argento, Umberto Lenzi, Lucio Fulci, per citare i più celebri.
In occasione dell’uscita sul web della puntata pilota della serie ho intervistato l’autore David Valolao.
Com’è nato il progetto della serie?
L’idea di Blackout: The Series è nata l’estate scorsa, prima che i miei compagni ed io girassimo il cortometraggio L’incubo. Dal momento che personalmente amo molto il thriller e i miei collaboratori hanno una preferenza per lo sci-fi, abbiamo deciso di unire i due generi in una serie che andasse in onda sul web, perché ci sembrava un mezzo molto diffuso da registi e video-maker desiderosi di fare cinema.
Nel documento per la stampa si afferma che il soggetto della serie si è ispirato ad una vicenda che hai vissuto in prima persona. Potresti raccontare l’episodio?
La trama contiene riferimenti all’11 settembre 2001, evento che ho vissuto quasi in prima persona. Infatti, proprio quel giorno ero sull’aereo che stava andando a Los Angeles e quando l’equipaggio ha saputo dei fatti di New York ha fatto atterrare l’aereo in Scozia.
Tu sei sia il regista che il produttore della serie. Come hai vissuto l’esperienza di aver più di un ruolo durante la lavorazione del film?
Mi sono segnato sia come regista che come produttore perché ho organizzato il piano di produzione e ho realizzato in prima persona le riprese. In realtà, il progetto è a budget zero, perché abbiamo girato il film con i mezzi che già avevamo.
Inoltre, per motivi economici e organizzativi avevo solo 5 giorni di tempo e ho dovuto realizzare il primo episodio molto velocemente. È stata un’esperienza piuttosto faticosa e difficile, ma allo stesso tempo formativa perché questo è uno dei modi per imparare a fare il mestiere di regista.
La serie è prodotta dalla Triad Production. Potresti parlare di questa casa di produzione?
La Triad Production è una nostra casa di produzione che abbiamo fondato lo scorso luglio. Il tutto è però nato nel 2010, quando girammo Exit un mediometraggio horror di 50 minuti.
Per dare vita all’idea misi l’annuncio su www.cinemaindipendente.it dicendo che volevo realizzare un corto o un mediometraggio. Le adesioni al progetto sono arrivate e così si è formata la troupe del film.
Quella di Exit è stata in assoluto la mia prima esperienza di regia e ringrazio tutte le persone che hanno preso parte al progetto per la fiducia che hanno riposto in me.
Quali sono le tue preferenze cinematografiche come spettatore e quando è nata la passione per la pratica di regista e operatore?
Come spettatore amo soprattutto il thriller e l’horror, ma in realtà guardo film di ogni genere, l’importante è che siano ben girati e realizzati, anche perché volendo fare il regista ritengo necessario avere la visione più amplia e completa possibile del panorama cinematografico, attuale e non solo. Infatti, adoro autori molto diversi tra loro, come Federico Fellini, Sergio Leone, Steven Spielberg, Quentin Tarantino, solo per citarne alcuni.
La passione per la regia è nata da subito. Istintivamente ho sempre saputo che mi piaceva, in quanto amo coordinare e motivare il mio gruppo, cercando allo stesso tempo di farlo divertire e di lavorare seriamente.
In futuro vuoi continuare a creare prodotti audiovisivi per il web oppure pensi di poter realizzare film per il grande schermo?
In Italia è molto difficile ottenere dei finanziamenti per progetti audiovisivi. Internet rimane così il mezzo principale per poter far conoscere i propri lavori. È per tale motivo che ho cominciato con il web, ma questo è solo l’inizio, in futuro spero di poter distribuire i miei lavori anche nelle sale cinematografiche.
In ogni caso, sono molto contento delle due proiezioni nelle sale cinematografiche della puntata pilota di Blackout: The Series, in quanto credo che siamo riusciti ad ottenere le reazioni che volevamo dagli spettatori e che in generale il lavoro sia stato apprezzato.
(di Juri Saitta)