E’ la madre di tutte le stragi, la tragedia che inaugura la “strategia della tensione”, l’evento su cui – a suon di depistaggi – non è mai stato possibile fare giustizia. Esce a marzo Romanzo di una strage, il film di Marco Tullio Giordana che tenta di ricostruire quanto avvenne in quel maledetto 12 dicembre 1969 alla Banca dell’Agricoltura di Milano, quando un’esplosione provocò diciassette morti e diede il via alla stagione del terrorismo italiano. Con tutti i suoi segreti e i suoi misteri, con le infiltrazioni, i servizi segreti, la presenza americana, la teoria degli opposti estremismi…
“L’ultima sentenza della Cassazione ha riconosciuto Freda e Ventura colpevoli – dice Giordana – ma non più giudicabili. E per un’atroce beffa ha costretto le famiglie delle vittime a pagare le spese processuali”. Vittime a cui bisogna sempre aggiungerne almeno un’altra: l’anarchico Pinelli, finito giù da una finestra della questura di Milano pochi giorni dopo, durante un interrogatorio della polizia.
Con Romanzo di una strage, Giordana ripropone il suo cinema civile che cerca di entrare nel cuore della vita e della storia italiana, come aveva fatto in La meglio gioventù. Ma si ricollega anche a una tradizione sempre più frequentata dal nostro cinema: quella dei cosiddetti film “politico-indiziari”, che tra documenti e ricostruzioni cercano di far luce sui troppi misteri della Repubblica. Dal caffè avvelenato di Pisciotta a quello di Sindona, dalla morte di Mattei a quella di Pasolini, dal caso Moro alle stragi di mafia anni ‘90, da Ustica a Calvi, la P2 e lo Ior, ecco una guida ai film italiani che in quest’ultimo mezzo secolo hanno cercato di raccontare quanto era successo. Film di denuncia e di indignazione civile, ma anche oscillanti tra il puro spettacolo cospirazionista e la sottile riflessione linguistica attorno al concetto di “verità” cinematografica.
Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi * La storia del bandito Giuliano, dalla strage di Portella della Ginestra (1947) fino all’uccisione del suo luogotenente Pisciotta: tra mafia, servizi americani, politici democristiani… Il capostipite di stragi e misteri della Repubblica con tutti i protagonisti già ben delineati, in un film-prototipo di grande potenza e limpidezza, tra finzione e documentario.
Tre ipotesi su Giuseppe Pinelli (1970) di Elio Petri, con Gian Maria Volonté * Ricostruzione scenica delle grottesche versioni ufficiali sulla morte dell’anarchico Pinelli (1969). Cortometraggio realizzato nell’ambito di un progetto collettivo su Pinelli: ma solo Petri e Nelo Risi portarono a termine il proprio episodio.
Il caso Mattei (1971) di Francesco Rosi, con Gian Maria Volonté * Francesco Rosi s’inventa una struttura audace di film-inchiesta per raccontare la storia di Enrico Mattei, il presidente dell’Eni che stabilì rapporti diretti coi produttori di petrolio, scontrandosi con gli interessi delle “sette sorelle”. Fino al misterioso incidente aereo che nel 1962 mise fine alla sua vita. Film energico e di grande impatto, con uno strepitoso Volonté. Palma d’oro a Cannes.
Il caso Pisciotta (1973) di Eriprando Visconti, con Tony Musante * Gaspare Pisciotta, in carcere per l’uccisione di Salvatore Giuliano, muore nel 1954 dopo aver bevuto una tazzina di caffè avvelenato. Il giorno dopo avrebbe dovuto deporre al processo…
Il caso Moro (1986) di Giuseppe Ferrara, con Gian Maria Volonté * La storia del sequestro Moro (1978), con ricostruzione degli eventi ed aperta denuncia dei vertici DC per la rigida intransigenza. Incalzante come un pamphlet, accolto tra polemiche anche per l’interpretazione che Volonté aveva dato di un politico simil-Moro in Todo Modo (1976).
Pasolini, un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana * L’uccisione di Pasolini (1975), le indagini contraddittorie, i dubbi di amici e familiari, fino al processo concluso con la condanna del solo Pelosi. Troppi misteri, troppe stranezze: il film semina dubbi pesanti e spinge la magistratura a riaprire il caso.
Il muro di gomma (1991) di Marco Risi, con Corso Salani * Il disastro aereo di Ustica (1980) raccontato attraverso l’indagine di un giornalista, che viene inviato per un articolo di routine, scopre scenari internazionali e con le sue denunce infastidisce le alte sfere dell’aviazione. Scontrandosi però con un autentico “muro di gomma”. Teso ed asciutto.
Giovanni Falcone (1993) di Giuseppe Ferrara, con Michele Placido * La storia di Giovanni Falcone e del pool antimafia di Palermo, del suo smantellamento: fino all’uccisione di Falcone e Borsellino (1992). Instant-movie grezzo e serrato, tra didattica e action, nello stile di Ferrara.
I banchieri di Dio (2002) di Giuseppe Ferrara, con Omero Antonutti * Quali intrighi criminali si nascondono dietro la morte del banchiere Roberto Calvi nella Londra del 1982? Al centro c’è la storia del Banco Ambrosiano, il rapporto con lo Ior di Marcinkus e del Vaticano, l’Opus Dei, la loggia P2, Licio Gelli, Sindona: gran lavoro di documentazione, e imbarazzanti sosia di personaggi pubblici.
Un eroe borghese (2003) di Michele Placido, con Fabrizio Bentivoglio * Dal libro di Corrado Stajano, la storia dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, incaricato di liquidare la Banca Privata Italiana di Michele Sindona: scoprirà porcherie che coinvolgono mafia, politici e Vaticano, finendo assassinato nel 1979.
Segreti di stato (2003) di Paolo Benvenuti, con Antonio Catania * Cosa accadde in realtà a Portella della Ginestra il 1 maggio 1947, quando mafiosi e banditi spararono sui manifestanti, poco dopo la vittoria della sinistra alle elezioni siciliane? Partendo dagli studi di Danilo Dolci e dal processo Pisciotta, il film cita vertici militari, Scelba, Andreotti, i servizi americani, il Vaticano. Ricostruzione documentatissima condotta con stile didattico e straniato, in un sottile lavoro linguistico.
Piazza delle Cinque Lune (2003) di Renzo Martinelli, con Donald Sutherland * Dopo il film sulla tragedia del Vajont (2001), Martinelli affronta il caso Moro inserendo nel taglio narrativo-spettacolare “alla JFK” una quantità torrenziale di informazioni e di interrogativi: dai servizi segreti italiani e americani alla P2, da Gladio a Cossiga, alla morte di Pecorelli e del colonnello Varisco.
Buongiorno, notte (2003) di Marco Bellocchio, con Roberto Herlitzka * Film sostanzialmente estraneo alla tradizione “politico-indiziaria”: pur ispirandosi al libro della brigatista Anna Laura Braghetti, Bellocchio rievoca la prigionia e l’uccisione di Moro evitando ogni approccio investigativo, per riflettere invece sui destini dell’Italia da un interno simil-familiare.
Romanzo criminale (2005) di Michele Placido, con Kim Rossi Stuart * Subito dopo Fatti della banda della Magliana (2005) di Daniele Costantini, Placido affronta lo stesso argomento col piglio e la libertà narrativa del grande romanzo epocale: e le imprese dei banditi romani s’intrecciano all’agonia della Prima Repubblica, tra mafia, terrorismo nero, servizi segreti, stragi e attentati. Dal libro di Giancarlo De Cataldo.