Se Johnny Depp aveva contribuito a demolire i clichet sulla figura del terribile predone dei mari nella saga Pirati dei Caraibi, a dare la spallata finale ci pensa l’ultima animazione della casa di produzione Aardman.
Pirati! Briganti da strapazzo racconta di un gruppo di pazzerelli agli ordini di un Capitano vanesio e maldestro (nella versione originale a prestargli la voce è Hugh Grant, al suo debutto nel doppiaggio di un film d’animazione). Deciso a soffiare il titolo di Pirata dell’Anno ai suoi acerrimi nemici Black Bellamy e Cutlass Liz, il Capitano si caccia in una lunga serie di guai, che lo porteranno a scontrarsi con la regina Vittoria e a far squadra con un giovane Charles Darwin.
Tratto dai primi due libri della serie Pirati! firmata dall’inglese Gideon Defoe (The Pirates! In an Adventure with Scientists, edito anche in Italia, e The Pirates! In an Adventure with Whaling), il film racchiude i tratti che hanno reso la Aardman unica nel panorama dell’animazione internazionale.
Fondata a Bristol nel 1972, la società di produzione è nota per la sua tecnica di animazione “a passo uno” (stop motion) di pupazzi di plastilina (claymation). Ma anche per lo humor pungente delle sue storie, ironiche e un po’ dissacranti. Così è stato sin dal lungometraggio d’esordio, Galline in fuga (2000), seguito da Wallace & Gromit: la maledizione del coniglio mannaro, che è valso alla Aardman il premio Oscar per il miglior film d’animazione nel 2006. Giù per il tubo (2006), animato in digitale, ha segnato la fine della collaborazione con l’americana DreamWorks e l’inizio di una lunga pausa di riflessione. La Aardman ne è uscita alla fine del 2011 proponendo ben due film, questa volta in partnership con la Sony Pictures: il divertente Il figlio di Babbo Natale, in computer grafica 3D, e, appunto, Pirati! Briganti da strapazzo, la prima realizzazione Aardman in stop motion 3D. In realtà, come era già successo per Wallace & Gromit, più volte è stato fatto ricorso alla computer grafica. Secondo Peter Lord, cofondatore degli Studios nonché regista di Pirati! (aveva già co-diretto Galline in fuga), la nuova tecnologia ha facilitato molto la lavorazione: “abbiamo fatto un uso massiccio del green screen, abbiamo arricchito i set e inserito il mare. Per un filmmaker è davvero liberatorio sapere che non c’è richiesta che il suo team non possa soddisfare attraverso la computer grafica”.
Oltre a proporre tematiche come l’amicizia e la lealtà, il film offre buoni spunti storico-scientifici per illustrare ai giovani spettatori l’età vittoriana e l’operato di Charles Darwin.
(di Maria Francesca Genovese)