Il ritorno di Smiley – John Le Carré e il cinema

john le carreEsce a gennaio La talpa, il film di Tomas Alfredsson che ci riporta al John Le Carré originario: quello di Smiley, del Circus, della guerra fredda e insomma dei suoi più autentici capolavori. E ripropone la questione dei rapporti tra lo scrittore e il cinema: “Penso che la tecnica narrativa del cinema mi abbia segnato, insieme a Graham Greene” ha detto Le Carré nel 2001, aggiungendo: “Con Greene abbiamo in comune una maniera cinematografica di scrivere. Ma la cosa era vera anche per Dickens e Balzac, prima dell’invenzione del cinema!”.
Ecco di seguito i film tratti da Le Carré, cui andrebbero aggiunti i titoli realizzati per la tv: La spia perfetta (1987), A Murder of Quality (1991, sceneggiatura sua) e soprattutto le due miniserie interpretate dal grande Alec Guinness nella parte di Smiley (La talpa, 1979; Tutti gli uomini di Smiley, 1982). Più un episodio curioso di cui parla lo stesso Le Carré, che aveva declinato l’offerta di Stanley Kubrick di collaborare a Eyes Wide Shut: “Gli ho risposto che non potevamo lavorare insieme perché era troppo intelligente, sapeva esattamente ciò che voleva e desiderava che io scrivessi come voleva lui! E’ a quel punto che Kubrick mi ha rivelato di aver voluto adattare A Perfect Spy. Gli confessai di essere sorpreso perché non ne avevo mai sentito parlare. Avevo avuto come unico contatto una strana compagnia privata con base in Svizzera. ‘Ero io, mi rispose, è il mio modo di procedere!’ ”.

La spia che venne dal freddo (1965) * Martin Ritt, con Richard Burton.
La prima volta di Le Carré sullo schermo, due anni dopo l’uscita trionfale del romanzo (1963): lanciato come l’anti-Bond, la faccia più sofferta, intimista e cre-puscolare della spy-story, racconta come un vecchio agente venga inviato a Berlino per finire soffocato in un vortice di inganni e doppi giochi. “L’interpretazione di Leamas fatta da Richard Burton è probabilmente la cosa migliore che questo attore abbia fatto sullo schermo, anche se la sua celebrità ha tolto al personaggio molto del suo mistero. Control interpretato da Cyril Cusack era assolutamente delizioso” (Le Carré)

Chiamata per il morto (1966) * di Sidney Lumet, con James Mason, Simone Signoret.
E’ il momento d’oro della spy story, e Hollywood recupera anche il romanzo d’esordio (1961) di Le Carré: con un funzionario inglese che muore misteriosamente, e Smiley che si fa licenziare per indagare meglio. Ma Smiley nel film si chiama Dobbs perché la Paramount non voleva mollare alla Columbia i diritti sul personaggio. “L’interpretazione di James Mason era elegante e sentita, ma non era Smiley, né voleva esserlo. E poi lo Smiley del primo libro non era lo Smiley della Talpa, che fu scritto 17 anni dopo: a quell’epoca sia io che Smiley vedevamo il mondo in un modo ben diverso” dice Le Carré, che era invece rimasto entusiasta dall’interpretazione di Simone Signoret: “Andai a vedere il film a Kilburn, quasi solo in quel grande cinema, un pomeriggio d’inverno (…) e quando la vidi recitare feci tutta la strada di ritorno verso casa pensando di stracciare il libro e riscrivere ogni scena proprio per lei”.

Lo specchio delle spie (1969) * di Frank Pierson, con Christopher Jones.
Un ex-agente polacco viene richiamato in servizio, addestrato in fretta e spedito in Germania Est per far luce su una storia di missili. Cupa e malinconica rappresentazione di un mondo di fantasmi, finita però nelle mani del mediocre Frank Pierson. “Il personaggio di Smiley venne riscritto interamente. Ad ogni modo, il film passò così rapidamente sugli schermi che si doveva essere ben veloci per capire se Smiley c’era o no” commenta Le Carré, che apprezzava però l’interpretazione di Ralph Richardson come Leclerc. C’è anche un Anthony Hopkins alle prime armi, poco più che trentenne.

La tamburina (1984) * di George Roy Hill, con Diane Keaton.
In piena era Reagan, il primo film da Le Carré senza tradizionale guerra fredda: protagonista, un’attrice americana di sinistra, che viene risucchiata nel gioco dei servizi segreti e usata come esca per catturare un terrorista palestinese. Con Klaus Kinski spia israeliana: gli attori si salvano, l’operazione resta abbastanza fredda. Cameo di Le Carré nella parte di un poliziotto.

La casa Russia (1990) * di Fred Schepisi, con Sean Connery, Michelle Pfeiffer.
La sceneggiatura è di un mostro sacro come Tom Stoppard, il protagonista è l’ex 007 Sean Connery, ormai reinventatosi in ruoli più crepuscolari. E la vicenda riguarda un editore inglese spedito in Russia per via di un manoscritto sul sistema missilistico sovietico. Complicazioni spionistiche e sentimentali (lei è Michelle Pfeiffer…), bel cast, confezione elegante ma prevedibile. E nella realtà la guerra fredda è ormai finita: girato a Mosca e San Pietroburgo, oltre che a Lisbona, in Inghilterra e in Canada.

Il sarto di Panama (2001) * di John Boorman, con Pierce Brosnan, Geoffrey Rush.
Quasi un omaggio a Graham Greene e a Il nostro agente all’Avana: stavolta c’è di mezzo il miglior sarto di Panama, che viene agganciato da un agente inglese per dare informazioni sulla sua clientela d’alto bordo. Con Harold Pinter nel ruolo di “zio Benny”, e con Daniel “Harry Potter” Radcliffe. A un certo punto il film sembrava dovesse essere diretto da Tony Scott su script di Andrew Davis, ma Le Carré riprese in mano la sceneggiatura: “sono stato spesso deluso da certi adattamenti dei miei romanzi, come La tamburina, dove c’era materiale per un buon film: accettare di essere coproduttore e cosceneggiatore era un modo di proteggermi da ogni deriva”.

The Constant Gardener (2005) * di Fernando Meirelles, con Ralph Fiennes, Rachel Weisz.
Stavolta neinte più spionaggio tradizionale, ma gli orrori delle grandi ditte farmaceutiche e del loro strapotere sul mondo: protagonista, un diplomatico inglese si reca in Kenya con la sua compagna e finisce per doversi confrontare coi crimini delle multinazionali farmaceutiche. Da Il giardiniere tenace (2000), secondo il regista brasiliano di City of God: Oscar a Rachel Weisz come miglior attrice non protagonista.

Postato in Numero 96, Varie.

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