Se ce la fate andate a vedere Triple trap, film dell’amico e compaesano Massimo Stella, che ha anche sceneggiato con Federico Dellacasa ed è stato prodotto da Riccardo Zara per la casa di produzione Visionauta.
Passerà vicino a casa vostra come la cometa di Halley, verso la primavera, più o meno quando leggerete, come tutti i film piccoli bisognerà cercarlo, ma ne varrà la pena.
Per il momento il film si muove su qualche festival anche internazionale e cerca una redditività presentato alle principali fiere del mercato cine tv: al proposito auguri sinceri. A Massimo e Riccardo non manca la mentalità, vivessimo in un contesto normale, sarebbero due apprezzati professionisti dell’audiovisivo con solidi contatti ed un pacchetto di progetti avviato; da noi lottano coraggiosamente per dare visibilità al loro prodotto, ma lo fanno “comme il faut”, frequentano con cognizione la rete, sviluppano contatti extranazionali, progettano altre operazioni. Cercano, in altre parole di proporre una loro via al cinema ed alla televisione, con idee interessanti, con un approccio nuovo ed internazionale, e aggiungo con una certa conoscenza dei processi di marketing e dei modi di farsi notare, hanno l’occhio vigile al mercato ed alle tendenze, si informano si documentano, tutto ciò in un paese che il mercato, quello vero, non lo conosce né lo frequenta, tanto da noi molti possono vivere di (finta) rendita.
Andateci allora non tanto (e non solo) perché sostenete un nostro sodale, Massimo, segnato da molte esperienze televisive e produttive esterne, è tornato a casa combattivo e carico di energia ed idee; fatelo perché potrete vedere che con spiccioli e poco più si può creare il proprio film e ancora fatelo per ritrovare facce di caratteristi locali, amici che incrociamo ogni tanto e che dividono questa vita un po’ precaria ma a suo modo eccitante, come il sempre preciso Alberto Bergamini, perfetta faccia da noir, anche per chi lo ricorda attore leggero. Ma in sostanza fatelo proprio perché il film c’è ed è, appunto, ingegnoso, astuto, e, soprattutto nella seconda parte sorprendente con le sue scatole cinesi che dopo un po’ di attrito, Massimo lo sa, iniziano ad aprirsi con lodevole puntualità.
E’ un thriller classico con molti colpi di scena ed una costruzione inusuale, raccontato a posteriori dal protagonista, invischiato in una storia di furti in gioielleria che cresce e cresce, coinvolto per amore, portato per il naso come il nostro pubblico a credere cose che si rivelano altre e che naturalmente non possiamo sciogliere qui perché sennò ci togliereste il saluto.
I nostri autori, intendo quelli locali, sembrano lodevolmente attratti dal genere a differenza di molti film romanocentrici che spesso si guardano l‘ombelico, e tra questi esempi Triple trap porta come bonus un plot davvero ingegnoso che copre ovvi impacci e manchevolezze strutturali da cinema artigianale, anzi, in questo caso da ultra low budget. Speriamo che valga ai nostri amici una seconda meritata chance.
Voi sostenetelo: è un ordine.
(di Giovanni Robbiano)