Libri e riviste (92)

I Dioscuri della nottePeter & Chris – I Dioscuri della notte
di Franco Pezzini e Angelica Tintori (Gargoyle, Roma 2010, 415 pp, 16 euro)
Van Helsing e il conte Dracula, il barone Frankenstein e la sua Creatura… Quella formata da Peter Cushing e Christopher Lee è la coppia più celebre ed esemplare di tutto il cinema horror, apparentemente schematica ma in realtà estremamente ricca di sfumature: da una parte il razionale e severo personaggio-Cushing (“doveva farsi prete!” diceva di lui il compagno), la cui fiducia nella scienza e nel dovere poteva sempre rivelare una durezza implacabile e disumana; dall’altra il gigantesco Christopher Lee, con la sua voce profonda (aveva iniziato come cantante lirico), il fascino selvaggio, incarnazione della potenza irrazionale e profonda del desiderio. Due icone del ‘900, come sottolinea il libro, ma anche due personaggi profondamente radicati nella cultura inglese, nati quasi nello stesso giorno a distanza di anni (26 maggio 1913 Cushing, 27 maggio 1922 Lee), legati da un rapporto d’amicizia all’antica, curiosamente interpreti sullo schermo di un’altra icona britannica come Sherlock Holmes. Il libro di Franco Pezzini e Angelica Tintori, analitico e informatissimo, ripercorre passo passo la vita e la carriera dei due attori, soffermandosi in particolare sui film interpretati in coppia: a cominciare ovviamente dai classici diretti dal grande Terence Fisher, che diedero il via alla stagione d’oro della Hammer e del cinema gotico inglese.

Dispersi - I film che non vi fanno vedereDispersi – Guida ai film che non vi fanno vedere
di Alberto Brumana, Carlo Prevosti, Sara Sagrati, Marco Valsecchi (Falsopiano, Alessandria 2010, 369 pp., 19 euro)
Ogni anno vengono realizzati nel mondo 25.000 film, dei quali appena cinquecento distribuiti in Italia. Partendo da questa premessa, gli autori del volume si sono messi a caccia di quanto c’è di interessante fra gli altri 24.500 titoli che ogni anno vengono ignorati dal mercato e che un tempo erano irrimediabilmente perduti per lo spettatore italiano, mentre oggi possono in molti casi essere reperiti con più facilità. Film mal distribuiti di autori famosi, titoli elogiati in festival anche prestigiosi, opere che hanno attirato l’attenzione internazionale ma non quella dei distributori nostrani, e che più in generale rientrano nei gusti di un pubblico giovanile globalizzato. Un progetto meritorio, nato da una webzine (Hideout.it), anche se i titoli scelti vanno quasi tutti in un’unica direzione, quella indipendente chic: ma sono parecchi, e ciascuno potrà trovare qualcosa che lo incuriosisce, anche perché si indica il modo per scovarli. Alcuni titoli: Mother di Bong Joon-ho, Adoration di Egoyan, Gerry di Van Sant, Nightwatching di Greenaway, Smiley Face di Araki, Storytelling di Solondz ecc. Buona caccia, ma con un piccolo handicap: manca un indice dei film e dei registi, purtroppo.

Gli ultimi avventurieriGli ultimi avventurieri
di Gianfranco Casadio (Longo, Ravenna 2010, pp.374, 25 euro)
Gianfranco Casadio va pubblicando da anni per l’editore Longo una serie di volumi dedicati di volta in volta a generi o aspetti del cinema italiano ancora poco frequentati in modo sistematico. Agli utilissimi volumi sull’opera lirica, i film di guerra, quelli criminali e polizieschi, il western all’italiana e altri ancora, si affianca adesso quello sul cinema avventuroso dal 1931 al 2001. Il materiale è suddiviso in vari capitoli relativi ai diversi sottogeneri, ciascuno dei quali ha un’introduzione critica seguita dalla schedatura dei singoli film, con cast, trama dettagliata, brevi annotazioni critico-informative. Tra i cicli: le classiche avventure in costume cappa-e-spada, quelle ambientate nella venezia antica, le storie di crociati e saraceni, i film di pirati, quelli ispirati da Salgari, i decamerotici, i canterburiani…

Cinema Italiano Ottanta
di Alberto Pesce (Liberedizioni, Brescia, 283 pp, 24,00 euro)
Critico cinematografico di lungo corso (“Giornale di Brescia”, vari libri e riviste specializzate), Alberto Pesce viene allestendo da qualche tempo una speciale serie di volumi che raccolgono, decennio per decennio a cominciare dai Sessanta, una selezione delle sue recensioni più significative, facendo precedere ogni raccolta da un corposo saggio che spazia dai film alle vicende storiche, sociali, politiche del nostro Paese. Dopo gli anni Sessanta e gli anni Settanta ecco il volume che riepiloga gli anni Ottanta, e il cui sottotitolo (“tramonto delle ideologìe, riflussi dell’effimero”) sintetizza quello che traspare dall’analisi della maggior parte della novantina di film selezionati per l’occasione. Dove non mancano alcune opere comunque degne di recensioni dal taglio saggistico (da “La notte di San Lorenzo” dei Taviani a “La terrazza” di Scola a “E la nave va” di Fellini, tanto per citare qualche titolo), ma disperse in una produzione che testimonia appunto un decennio piuttosto appiattito.

La vertigine della perfezione Ingrid Bergman
di Nuccio Lodato e Francesca Brignoli (Le Mani, Recco 2010, 334 pp., 18 euro)
La casa editrice ligure pubblica da qualche tempo volumi di ampio respiro saggistico dedicati a grandi attori, e dopo figure come Marlon Brando o Isabelle Huppert tocca adesso a Ingrid Bergman (1915-82), l’attrice svedese di Io ti salverò e di Notorious (Hitchcock), ma anche di Europa ’51 o Viaggio in Italia (Rossellini), capace di combinare la severità dell’autorevolezza europea con la seduzione dello spettacolo americano: tra l’altro, la sua carriera hollywoodiana vera e propria si può dire abbia preso il via da Genova, dove s’imbarcò a bordo del Rex nel gennaio 1940, dopo aver trascorso il Capodanno in un albergo. Un’attrice vista nel libro sotto il segno della perfezione, di una sperimentazione continua che la porta a non ripetere ruoli e formule di successo ma a tentare sempre nuove strade: a partire da quando chiese di interpretare nel Dr.Jekyll di Fleming non la parte della tranquilla fidanzata ma quella della provocante prostituta da bassifondi. Con biografia, ampio capitolo introduttivo, discussione dei film fondamentali (quasi tutti).

La classe operaia non va in paradiso
di Umberto Calamita e Giuseppe Zarilungo (Falsopiano, Alessandria 2010, 239 pp., 18 euro)
La storia dei rapporti tra cinema e classe operaia prende il via fin dalle origini, con l’uscita delle operaie dalla fabbrica Lumière seguita negli anni immediatamente successivi da tante altre uscite di lavoratrici e lavoratori dalle fabbriche di mezzo mondo. Poi, però, gli operai sparirono presto dagli schermi: troppo realistici, forse anche deprimenti e pericolosi nel loro richiamo al mondo del lavoro, rischiavano di mettere in crisi la società dello spettacolo. Questo libro offre un rapido manualetto per ricordare i principali film su operai, minatori, sindacalisti e disoccupati: da Tempi moderni di Chaplin ai classici del cinema sovietico, dal leggendario Il sale della terra di Herbert J. Biberman a I compagni di Monicelli, da Padre Daens di Stijn Coninx a Joe Hill di Bo Widerberg, Matewan di John Sayles o Risorse umane di Cantet. Con approfondimento su Pelle viva (1962) di Giuseppe Fina, di cui vengono anche riportati i dialoghi.

Provincia di Ferrara: terra e cinemaProvincia di Ferrara: terra e cinema
di Paolo Micalizzi (Ferrara, 2010, pp.96, sip)
Una guida al cineturismo a Ferrara e provincia, realizzata in modo funzionale per chi voglia visitare i luoghi che ospitarono i set, o intenda semplicemente ripercorrere i film più importanti girati nella zona. Con una introduzione dettagliata, le schede di ottanta film con cast, foto, breve indicazione del soggetto, indicazione dei luoghi in cui è stato girato. In più, una mappa della città e una della provincia con rimandi che permettono di localizzare le varie produzioni. Tra i titoli: La casa dalle finestre che ridono, Caccia tragica, Cronaca di un amore, La donna del fiume, Il giardino dei Finzi Contini, La lunga notte del ’43, Il mestiere delle armi, Notte italiana, Ossessione, La visita… Un semplice opuscolo, ma ricco, semplice e divertente, edito dalla Provincia di Ferrara. Bilingue: italiano/inglese.

Cinecritica n.60 (ottobre-dicembre 2010)
Un ampio “primo piano” dedicato a Mario Martone apre l’ultimo numero della rivista del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI): con una lunga e dettagliata intervista largamente imperniata su Noi credevamo, seguita da saggi di Massimo Causo e Anton Giulio Mancino. Altri interventi riguardano il cinema bosniaco, Heimat, La battaglia di Algeri, Andrzej Wajda, Maurice Jarre, Akira Kurosawa, Artur Aristakisjan, Domenique Cabrera.

Elephant Man L'eroe della diversitàElephant Man – L’eroe della diversità
a cura di Gabriele Mina (Le Mani, Recco 2010, 190 pp, 15 euro)
Approfondimento della storia di Joseph Merrick, del suo contesto storico e del suo valore simbolico, a cominciare dal resoconto scritto dallo stesso Frederick Treves, il chirurgo vittoriano che scoprì Merrick in un negozio dove veniva esibito e lo portò poi nell’ospedale, provvedendo a curarlo e a farne a suo modo un altro tipo di attrazione, rivolto alla buona società londinese dell’epoca. Tra gli interventi, un’analisi del film di Lynch /The Elephant Man/ (Stefano Locati), uno su freaks e mostruosità nell’immaginario italiano dell’epoca (Fabrizio Foni), uno dal punto di vista medico (Silvana Penco).

Postato in Libri e riviste, Numero 92.

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