Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero
Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero è da intendersi come uno spettacolo d’evasione. La storia è fedele alla trama del terzo dei sette libri (pubblicato nel 1952) che Lewis ha scritto su Le Cronache di Narnia, racconti che hanno venduto oltre 100 milioni di copie e sono stati tradotti in 50 lingue. Cambia il regista, da Andrew Anderson al veterano Michael Apted, e cambia il compositore, da Harry Gregson-Williams a David Arnold, un Englishman doc classe 1962, che ha ottenuto l’attenzione del pubblico grazie agli score orchestrali di Stargate (1994) e Independence Day (1996). Il successo di questi due score deve anche avere impressionato i produttori di James Bond, dal momento che dal 1997 ad oggi Arnold è stato chiamato a comporne le colonne sonore; merito di John Barry, storico compositore di 007, che ha ‘raccomandato’ David Arnold alla Eon Productions come nuovo compositore della saga, dopo aver ascoltato “Shaken and Stirred: The David Arnold James Bond Project”, album in cui Arnold, insieme ad altri artisti di fama mondiale, rivisitava le più belle title-track dei film di 007. Spie a parte, è anche fido collaboratore di John Singleton (Shaft, Baby Boy-una vita violenta, Four Brothers, Quattro fratelli). Riguardo alla partitura de Le cronache di Narnia, Arnold riprende ampie porzioni di materiale di Gregson-Williams e le rilegge in stile blockbuster, aggiungendo una ricchezza di sviluppo e una identità tematica che adempiono ai compiti richiesti dalla narrazione. Detto diversamente, lo score è gloriosamente sinfonico, raggiunge altezze di cappa e spada e al momento giusto issa l’adrenalina avvalendosi di bassi profondi e martellanti. Per fare ciò, Arnold ricorre ad un piccolo escamotage: scrive un paio di temi con un’idea generale veramente buona (come ad esempio “Re e Regina di Narnia” e “Aslan appare”), che poi cosparge qua e là nelle tracce restanti. Il risultato è un arazzo musicale sfaccettato dall’atmosfera fantasy, costruita su una miscela di strumenti (ottone, fiati e percussioni) e cori, che ben coglie la fantasia di questa magica avventura. Certo, ci sono momenti in cui la musica ricorda le colonne sonore degli episodi precedenti, ma nel complesso la strumentazione è significativamente diversa. Per tutti gli amanti di Arnold, che qui è in piena gloria sinfonica.
(di Barbara Zorzoli)