Inizio una collaborazione grazie all’invito del mio amico e compagno di fede calcistica Renato Venturelli, e mi dedico a difendere e a promuovere, per quanto mi sia possibile il cinema dei miei amici, dato che tutti gli italiani che continuano a fare film in questa… ehm delicata congiuntura, meritano la mia stima ed il mio affetto. Ed uso amici in senso lato, perché questi sono anche amici vostri, soprattutto di chi legge questa rivista e mostra interesse per la sopravvivenza di un cinema nazionale, quello che una volta era grande ed ora soffre.
Soffre non tanto perché chi lo fa sia poco ispirato o addirittura privo di ogni talento, al contrario, c’è una generazione di trentenni che conoscono il buon cinema e lottano disperatamente per farlo. Claudio Cuppellini, ad esempio ha preso una bellissima sceneggiatura di Filippo Gravino che vinse un meritato premio Solinas anni fa ed ha fatto un bel film solido ed elegante, pieno e rotondo, con il must della solita prova monstre di Toni Servillo, che riprende il filo del suo ruolo in le conseguenze dell’amore di Sorrentino e qui interpreta Rosario un pluriomicida che si è rifatto una vita ed una famiglia come ristoratore in Germania e deve fare i conti con il passato che ritorna, nelle vesti del figlio. Il solinas è stato il viatico anche per L’estate di Martino che sarà più difficile trovare in giro ma che riporta agli onori la bella faccia di Treat Williams, in una storia di crescita nell’estate dell’80 (luglio ottanta il titolo dello script di Giorgio Fabbri da cui Massimo Natale ha tratto il film) la vicenda di un ragazzino pugliese che spia i militari americani di una base nato e sogna di imparare ad andare sul surf. Il ragazzo trova un rapporto di amicizia e quasi di guida paterna con il maturo graduato Americano ma tutto verrò cancellato da due episodi tragici della nostra storia recente, la bomba di Bologna e l’aereo di Ustica. Di qualche settimana è l’uscita di Figli delle stelle, l’ultimo film di Lucio Pellegrini, scritto dal quasi omonimo Michele Pellegrini e Da Francesco Cenni, Commedia a sfondo politico sul rapimento da parte di una banda di sciammannati di un sottosegretario, tragicamente confuso per il titolare del dicastero, lui si una carogna, che la fa franca, cast di grande impatto e qualità: Favino, Volo, Pandolfi, Battiston con l’aggiunta di Sassanelli e Tirabassi, per un film agrodolce attento al reale ed ai paradossi e alle molte miserie dell’Italia di oggi.
E infine segnalo anche L scuola è finita di Valerio jalongo, altro film che dovrete cercare, amici (ma nulla vi impedisce di andare alla cassa e chiederli, una variante del principio mitologico del passaparola…) Valerio è un regista di valore, che non ha mai incontrato il successo che merita e ci prova con questa vicenda di attualità, che racconta la scuola, il suo fallimento, la sua profonda, spaventosa crisi.
(di Giovanni Robbiano)