Uno splendido idrovolante sorvola le acque dell’Adriatico. A bordo c’è Porco Rosso, pilota dal passato misterioso. Il suo corpo è umano, ma il volto è quello di un maiale. Salva alcune bambine rapite dai pirati e poi lo ritroviamo all’hotel Adriano, gestito dall’affascinante Gina. La donna viene chiesta in sposa dall’aviatore americano Curtis ma lei lo rifiuta, ed insieme a Porco ricorda i vecchi tempi, quando lui aveva ancora il suo bel viso. Dopo uno scontro aereo con il bellicoso Curtis, Porco Rosso è dato per morto mentre invece è a Milano, dove fa riparare l’aereo dall’amico Piccolo. Fio, nipote di Piccolo, progetta alcune modifiche all’aerodinamica dell’apparecchio e si propone poi come sua motorista.
Accortosi che la polizia fascista lo tiene sotto controllo, Porco riguadagna l’Adriatico dove lo attende un altro scontro aereo all’ultimo sangue con Curtis, che sta per diventare protagonista di un film a Hollywood. Prima della battaglia scopriamo qualcosa del suo passato: Porco si chiamava Marco Pagotto e il suo migliore amico era il primo marito di Gina, morto tragicamente in guerra …
Tra i film più personali di Miyazaki, Porco Rosso è una sorta di summa estetica, tematica e biografica del grande artista giapponese. L’uomo-maiale è una metafora: Porco Rosso ha un fortissimo senso di colpa per essere l’unico sopravvissuto a una battaglia aerea in cui sono morti tutti i suoi compagni, compreso il marito di Gina. Un fatto assai disonorevole secondo la mentalità giapponese. Lo stesso senso di colpa appartenente a Miyazaki che durante la seconda Guerra Mondiale, a differenza della maggioranza degli altri bambini giapponesi, trascorre un’infanzia privilegiata grazie all’agiatezza della sua famiglia.
L’ambientazione nel mondo dell’aviazione è un omaggio all’era degli idrovolanti, assai amata da Miyazaki. La battaglia finale tra Porco e Curtis evoca la mitica Coppa Schneider, una gara di velocità che, a partire dal 1912, ebbe come partecipanti i migliori piloti del mondo. Nel duello tra l’America di Curtis e l’Italia rappresentata da Porco Rosso, è chiara la predilezione di Miyazaki per l’estetica geniale degli aerei italiani (nel film riproduce numerosi modelli immessi sul mercato dalle mitiche officine Macchi). Ma gli omaggi all’Italia non finiscono qui: il vero nome del protagonista è stato ispirato dall’animatore Marco Pagot, caro amico di Miyazaki; i titoli dei giornali sono in italiano; il battello su cui sale Porco si chiama Alcyone, come uno dei libri delle Laudi di D’Annunzio; l’ambientazione è praticamente tutta italiana (anche se nella ricostruzione dei luoghi Miyazaki usa, come sempre, molta immaginazione). Il film è anche un omaggio al cinema: Gina canta nel suo locale come la Monroe in La magnifica preda, Curtis sta per recitare in un film di Hollywood. Tuttavia il riferimento culturale più importante è senza dubbio Antoine de Saint-Exupéry: pilota sopraffino, intellettuale impegnato nella Resistenza, impareggiabile cantore per l’infanzia. Misteriosamente scomparso nel nulla, come accadrà al malinconico Porco Rosso.
(Maria Francesca Genovese)