Un pessimo vizio ‘italiano’ è quello di tradurre nel peggiore dei modi possibili il titolo originale di un film.
Talvolta l’operazione è talmente maldestra da svilire il significato intrinseco della stessa pellicola. E’ il caso di I Love You Phillip Morris, tradotto in italiano con Colpo di fulmine – Il mago della truffa (temevano forse la confusione con la nota marca di sigarette, anche se quel Philip aveva una sola P?).
Sia come sia, la coppia Jim Carrey e Ewan McGregor non delude: i due si prestano con scanzonato divertissement ai cliché di un genere. Un genere, che gioca a ping pong con l’irriverenza di una storia e di un montaggio che rimpallano con cenni arditi per poi riprendere il largo e talvolta affondare. Se dietro la macchina da presa ci sono due macchiette come Glen Ficarra e John Requa, già sceneggiatori di Babbo bastardo, la cosa è piuttosto scontata.
Sul versante musicale, invece, troviamo il gruppo (o meglio il leader del gruppo) che si era già cimentato con successo nello score di Little Miss Sunshine: loro sono i Devotchka gruppo punk e folk americano capeggiato da Nick Urata.
La loro caratteristica? Mescolare sonorità messicane, russe, slave e greche. Al gruppo è affidato solo il brano di apertura dello score “I Cried Like a Silly Boy”, una ballata romantica ripresa in versione strumentale in “Faking Death”.
Tutto il resto è di Urata, la cui preoccupazione principale pare sia passare il lucido sull’umorismo nero che pervade la pellicola; ne sono esempio “Key West”, “Written in the Stars”, “The Last Time” e “The Escape Artist”. La ciliegina sulla torta? L’evergreen anni ’60 di Nina Simone “To Love Somebody”… già, perché nel CD sono state inserite anche una manciata di canzoni che appartengono un po’ a tutti (“Dance Hall Days” di Wang Chung, “Steal Away” di Robbie Dupree e “Nobody Knows the Trouble I’ve Seen” nella versione dei Golden Gate Quartet).
(di Barbara Zorzoli)